Recensione “Il cercatore di asparagi” di Alessandro Petruccelli edizioni “Graphe.it”
Il volume presentato dall’editore, si apre con una piacevole cornicetta utile per inserire i dati in caso di regalo dove inserire il nome di chi lo regala e di chi lo riceve.
“Il cercatore di asparagi” è una favola “illustrata” in maniera magistrale, con disegni grandi rappresentativi del testo scritto. La storia per quanto breve, sviluppandosi più o meno in 20 pagine è però densa di spunti di riflessione, il che la rende un ottimo libro da adottare nelle scuole elementari.
“Il cercatore di asparagi” parla di natura, guerra, amore e speranza, il tutto condito da un “magico” lieto fine, che almeno nei libri per bambini non guasta mai.
Alessandro Petruccelli scrive decisamente bene al punto che il testo è godibilissimo anche per un pubblico di adulti, e anche per loro gli spunti di riflessione non mancano. Un applauso particolare va al disegnatore Emiliano Billai perché la spontaneità dei suoi disegni e la grazia del tratto, danno a “Il cercatore di asparagi” sicuramente un tocco di classe in più.
Volume assolutamente consigliato da leggere e regalare perché quando una cosa è bella e fatta bene va diffusa.
Sandra Pauletto
Intervista all’autore Alessandro Petruccelli
Dopo aver presentato il libro possiamo scambiare due parole con l’autore.
Buongiorno Alessandro Petruccelli grazie per la sua cortesia volevamo sapere:
D: Come nascono le tue storie?
R: Le mie storie nascono dalla civiltà contadina, che non c’è più, dall’attenzione che ho sempre prestato alle vicende umane e dalla voglia di dare alla realtà una coloritura fantastica o uno slancio ideale.
D: Hai mai pensato di fare degli audiolibri?
R: L’idea degli audiolibri non mi ha mai sfiorato. Chi ascolta si distrae chi legge no.
D: In particolare “Il Cercatore di Asparagi” ti è stato ispirato da qualche avvenimento particolare?
R: Alla base del mio racconto c’è un concetto di cui sono stato sempre convinto e che è il seguente: certe nostre azioni, se compiute con purezza d’intenti, producono effetti straordinari che, quando meno ce lo aspettiamo, possiamo incontrare lungo il nostro cammino sotto forma di coincidenze favorevoli o di belle sorprese.
D: Cosa pensi del pregiudizio per cui le fiabe sono solo per bambini?
R: È un pregiudizio appunto. La letteratura per l’infanzia è stata sempre considerata di serie b perché ritenuta più facile. La cosa non è affatto vera, perché la grandezza o l’eleganza di uno scritto non consiste nelle parole difficili o nei virtuosismi espressivi, ma nella proprietà dei vocaboli e nell’adeguatezza alla situazione o al personaggio.
D: Da piccolo qual è stata la tua fiaba preferita?
R: Non ho avuto una fiaba preferita. Nella mia casa contadina di quando ero piccolo, oltre a quelli delle elementari, non c’erano altri libri. C’era però il racconto delle persone anziane intorno al focolare che spesso si faceva immaginoso.
D: Come pensi sia cambiata, se è cambiata nel tempo la fiaba per bambini?
D: La funzione della fiaba è quella di mettere in guardia i bambini dai pericoli del mondo e quella di alimentare i loro sogni e indicare i mezzi per realizzarli. La fiaba se ha avuto qualche cambiamento, lo ha avuto non nell’intento finale, ma in quelle strumentazioni e immagini, fornite dalle varie epoche storiche.
D: Quando hai capito che scrivere fiabe era la tua passione?
R: Tutti i romanzi che ho scritto sono stati adottati nelle scuole senza apportare modifiche e senza note esplicative. Questo perché quando scrivo non penso mai al destinatario, invece mi preoccupo di rendere quanto più possibile con naturalezza ciò che intendo narrare o descrivere.
Sandra Pauletto