Intervista a Gino Marchitelli “Panico a Milano” RedDuck edizioni
Gino Marchitelli è ormai un ospite fisso delle pagine dei gufi narranti, oggi lo intervistiamo per parlare con lui del suo romanzo “Panico a Milano”.
Ciao Gino Grazie per essere tornato a trovarci.
D: I tuoi romanzi hanno sempre solide radici piantate in un preciso periodo storico. Da cosa nasce il tuo interesse per quel pezzo buio della nostra storia?
R: credo che sia assolutamente necessario, oggi più che mai, viste le tremende pulsioni violente, omofobe, di dominio sulle donne, di precariato diffuso e nazifasciste, cercare di rimettere al centro delle narrazioni, anche in modo non ampio ma efficace, la Storia con la S maiuscola. I fatti e le conquiste dal dopoguerra agli anni ‘80: dalla Liberazione del Paese dalla dittatura del ventennio, dalle lotte per maggiori diritti fino alla Statuto dei lavoratori, dall’emancipazione al diritto allo studio non più solo per le classi ricche e dominanti devono diventare – e nei miei libri lo si nota – un filo rosso conduttore che ci racconta ancora oggi [anche se sembra impossibile] che un mondo migliore è possibile. Dobbiamo crederci e non stancarci di ricordare e spingere ad una nuova stagione di riconquista di una vita migliore.
D: In virtù delle tue conoscenze, hai mai pensato di scrivere un romanzo storico abbandonando temporaneamente il noir?
R: in realtà se pensi a “Campi Fascisti – una vergogna italiana” uscito in piena pandemia nell’aprile del 2020 [e che ha avuto l’onore di essere anche inserito in una lunga intervista nel venerdì di Repubblica del 23 aprile 2020], a pezzi consistenti all’interno del Barbiere zoppo e a Milano tra Utopia e Rivoluzione… il lavoro storico lo sto già affrontando. In maniera diversa ma sto già seguendo quel cammino da tempo. Se approderò a un romanzo storico a pieno titolo non lo so. Per ora ho altri progetti.
D: Gino Marchitelli Crede che il nazismo e fascismo siano veramente morti o i loro tentacoli si muovono ancora?
R: Recitava uno spettacolo teatrale importante degli anni scorsi “mai morti…” ecco… credo che si possa riassumere in queste due parole. Se – per rispetto della democrazia e della libertà NON si sono fatti i conti con le vergogne del nazismo e del fascismo – e soprattutto senza aiutare le nuove generazioni con l’insegnamento scolastico si continua a dar fiato alle trombe dei populisti, dei violenti, dei sopraffattori in camicia nera, più o meno mascherata, che si ripresentano come sempre quale braccio armato e violento del capitalismo e delle classi industriali e finanziarie. Accade ogni giorno che questi delinquenti vadano in giro in lungo e in largo a commettere reati e aggredire ogni diversità: dal movimento Lgbtqi agli operai in lotta per difendere il posto di lavoro. Purtroppo quella storia e quella ideologia torna a vomitare alito schifoso nella nostra società. Il problema vero è che gli viene permesso.
D: Cosa pensi del reato di apologia del nazismo?
R: Apologia di nazismo applicata in Germania vede il mio plauso, occorrerebbe applicarla anche nel nostro Paese dove magistratura e forze dell’ordine [molto infiltrate da personaggi di estrema destra] consentono a questi banditi di compiere atti indegni di una democrazia del terzo millennio.
D: Siamo ormai alla terza indagine di Moreno Palermo, credi che il tuo personaggio sia cambiato nel tempo, hai intenzione di farlo cambiare, o come tutti gli eroi rimarrà cristallizzato nel tempo?
R: Il professor Moreno Palermo è anziano, zoppica, è sempre stato uno “scapolone” ma, con il passare del tempo, invecchierà, forse definirà la storia d’amore clandestino con la sua amante siciliana Sara ma non perderà mai la curiosità umana e storica che contraddistingue la sua vita. Arriverà comunque – te lo dico in anteprima – un nuovo personaggio che inaugurerà una nuova serie… un ispettore di Polizia salentino, Tony Siccardi, che ci porterà in nuovi scenari e in nuove avventure…
D: Tu sei quello che si può definire senza tema di smentita un artista poliedrico: scrittore, cantante, musicista, attivista politico, qual è il ruolo in cui ti senti maggiormente appagato?
R: Mi sento appagato nell’essere una persona che non si rassegna mai all’ingiustizia e cerca in tutti i modi di difendere l’onestà e il desiderio di una società più giusta, umana e solidale. Se per far questo devo utilizzare ogni mia caratteristica per arrivare a portare un messaggio positivo a più gente possibile lo faccio. Sicuramente mi sento a mio agio con la scrittura e anche con la narrazione teatrale oltre che con l’attisimo sociale.
D: Nel tuo romanzo I protagonisti sfruttano le nuove risorse tecnologiche per venire a capo della situazione. Credi che in qualche modo il mondo del web possa essere inteso come una nuova resistenza almeno dal punto di vista dell’informazione?
R: Il web aveva, e forse ha ancora, suscitato tante aspettative, anche rivoluzionarie… per esempio il poter accedere all’informazione superando censure e versioni univoche false del potere ma la strada è ancora lunga perché il sistema, conscio del potere del web se utilizzato contro il sistema stesso, lo trasforma man mano in barzelletta e in uno strumento di odio, di dileggio, di provocazione e soprattutto confusione. In un mondo in cui ci “stanchiamo” presto di ascoltare quello che ci viene propinato togliere credibilità ad alcuni pezzi della rete è uguale a “sfasciare” anche la controinformazione. Ma non potranno riuscirci fino in fondo perché l’opposizione al mondo del dominio e della barbarie c’è sempre stato e ci sarà sempre… provate a ricordare il movimento universitario della “Pantera”… ribaltarono il mondo accademico utilizzando il fax, ora mezzo obsoleto, all’epoca fu una vera e propria rivoluzione incontrollabile… accadrà ancora, in fin dei conti io (noi) sulle piattaforme petrolifere dell’ENI riuscimmo nell’impresa di contrastare il mondo del controllo del petrolio senza cellulari, computer e senza accesso alle reti telefoniche a terra… eppure… non riuscirono a fermarci, con tutta la loro potenza e repressione, per quasi dieci anni. L’emancipazione dell’umanità passa attraverso la NON rassegnazione di ognuno di noi, qualsiasi buio ci creino intorno noi lo romperemo.
Grazie mille a Gino Marchitelli per la disponibilità, arrivederci a presto sulle pagine dei gufi narranti
Sandra Pauletto