RECENSIONE: “LA VOCE DEL GECO” – ALDO BORASCHI – ALTREVOCI EDIZIONI.
Il romanzo di Aldo Boraschi in qualche modo richiama al Barone rampante di Italo Calvino perché entrambi i personaggi decidono di vivere vicino al cielo.
La voce del geco – è una grande metafora scritta con garbo e maestria che racconta del mondo, sia di quello chiuso nelle piccole scatole quadrate che sono le case, che di quello vissuto, letteralmente, al di sopra di tutto e di tutti.
L’uomo è un animale sociale ma qualcuno lo è meno di altri o almeno pensa di esserlo, come il protagonista de “La voce del geco”.
Il nome che l’autore gli dà è nel suo contesto geniale. Si chiama Giusto e vive sui tetti.
Ma è Giusto a non essere giusto o non è giusto il mondo che è giusto per gli altri?
Un viaggio in bilico tra sogno e realtà con un punto di vista inedito rispetto ai classici romanzi di formazione.
La voce del geco di Aldo Boraschi – è uno di quei libri che è meglio leggere che farsi raccontare perché è talmente ad ampio respiro che sicuramente, anche il raccontatore più attento, non potrebbe fare un buon lavoro, perché quando un romanzo è così particolare e a suo modo introspettivo, ciascuno può leggerlo a seconda della propria sensibilità.
Io mi sento un po’ come Giusto e se non fosse che soffro di vertigini mi piacerebbe imitarlo almeno per tre quarti del libro…
Ho scoperto da poco AltreVoci Edizioni e sono davvero colpita della qualità dei romanzi del suo catalogo che per ora trovo davvero uno più bello dell’altro.
Spero vivamente che la grande distribuzione sempre cieca o molto squadrata apra presto gli occhi e offra una meritata vetrina ai libri pubblicati da Altrevoci perché noi lettori da un avvenimento simile avremmo solo da guadagnarci.
Sandra Pauletto