Intervista a Marina Bertamoni – La pazienza della formica – Fratelli Frilli editori

Intervista a Marina Bertamoni – La pazienza della formica – Fratelli Frilli editori

Marina

 

Abbiamo da poco recensito il romanzo – La pazienza della formica edito dalla Fratelli Frilli editori e ora abbiamo il piacere di intervistare nuovamente l’autrice Marina Bertamoni che i nostri lettori già conoscono.

 

 

Ciao Marina bentornata sulle pagine de I gufi narranti, vediamo di toglierci qualche curiosità su di te e il tuo personaggio.

  • La prima domanda è obbligatoria: hai visto Z la formica?

Ciao a tutti, è un piacere tornare a chiacchierare con voi! Ho due figli ormai adulti ma quando erano in età scolare non ci siamo persi nessuno dei cartoni animati più popolari quindi, per rispondere alla tua domanda, sì, ho visto anche ‘Z la formica’ e mi era piaciuto molto, ma non è stato il film a ispirare il titolo del romanzo. In realtà è il carattere della mia protagonista, l’ispettrice Luce Frambelli, che mi ha guidato nella scelta del titolo. La formica è un animale totem dei nativi americani, che lo apprezzano per la tenacia, la forza e appunto per la pazienza, intesa come capacità di resistere nelle difficoltà, portando pesi inimmaginabili. Questi sono tratti predominanti nell’indole di Luce, che in questo romanzo arriva a mettere in gioco la carriera pur di non rinunciare ai propri principi e alla propria ostinata ricerca di una verità non scontata. Anche contro tutto e tutti, Luce va avanti imperterrita e conduce la propria battaglia armata solo della ‘pazienza della formica’.

  • Marina, perché hai deciso di chiamare la tua protagonista Luce? A me verrebbe banalmente da pensare perché porta alla luce gli indizi….

Per la mia protagonista cercavo un nome originale, breve, facile da ricordare e l’ho trovato sulla bacheca di un mio contatto Facebook, che annoverava tra le sue amicizie una Luce. Il nome mi è piaciuto subito e l’ho trovato adatto al personaggio, certamente anche perché ‘fa luce’ in casi intricati, ma soprattutto perché è un nome giusto anche per quella che è la sua storia personale. Oltre alle indagini criminali, Luce Frambelli porta avanti nei romanzi della serie una ricerca personale, svolta a svelare un mistero che riguarda i suoi genitori, i quali non a caso hanno scelto questo nome per lei, una bimba molto attesa che ha portato luce nelle loro vite… non dico di più, ma spero che i lettori si appassionino anche a questa vicenda, oltre che alle trame noir che coinvolgono l’ispettrice Frambelli.

  • Quando hai creato il tuo personaggio pensavi che sarebbe diventata una serie?

Certamente! Credo che capiti a tutti gli scrittori di affezionarsi ai propri personaggi e l’unico modo per poter avere con essi un rapporto continuativo è di pensarli dentro una serie. È bello immaginarne la vita, con momenti felici e momenti difficili, come capita a chiunque, in modo che il lettore li senta reali e qualche volta possa immedesimarsi con essi. Il rovescio della medaglia è che in ogni romanzo non basta costruire una trama gialla appassionante, è necessario anche immaginare le vicende dei vari personaggi e i relativi intrecci, senza trascurare le relazioni interpersonali e professionali. Una bella sfida, ma anche questo è ciò che mi fa amare la scrittura e ne fa una passione irrinunciabile.

  • Marina, potessi tornare indietro, cambieresti qualche caratteristica dei tuoi personaggi?

Non credo. Oltre a Luce Frambelli, gli altri personaggi per così dire ‘fissi’, sono il sovrintendente Fabrizio  Calligaris, uomo semplice ma non sempliciotto, e l’ispettore capo Pasquale Campiglio, poliziotto esperto affetto da un certo disincanto che può sembrare, a volte, cinismo. Queste caratteristiche sono fondamentali per creare le dinamiche all’interno della Questura di Lodi che sostengono le trame che scrivo. Da ultimo, ma non ultimo, c’è Angelo Di Dio, lo scrittore di romanzi erotici co-protagonista del primo romanzo della serie, “Chi Muore Giace”, e presente anche in “Dieci parole per uccidere” e ne “La pazienza della formica”. Angelo, con il suo fascino irresistibile e il suo passato turbolento, gioca un ruolo importante nella vicenda personale di Luce. A pensarci bene, se è vero che non ho rimpianti e che le caratteristiche principali non si possono cambiare, è anche vero che i personaggi sono ‘vivi’ e come tali mutevoli nelle idee e nelle aspettative, proprio come capita a ciascuno di noi.  Per questo non si può mai escludere che in qualche modo cambino, da un romanzo al successivo.

  • Hai mai scritto nulla oltre al genere giallo/noir?

No, come dico spesso il giallo/noir è la mia casa e la trovo molto confortevole. Di questo genere amo la possibilità di cimentarmi con la costruzione di plot complessi (a volte così complessi che, quando arrivo al punto di non saper più come uscirne, mi chiedo ‘ma chi me l’ha fatto fare?’. Per fortuna alla fine trovo sempre la soluzione…). Questo è l’aspetto divertente, poi c’è il fatto che questo genere letterario dà all’autore la possibilità di scavare nel lato oscuro dell’indole umana, fornendo anche il pretesto per dipingere uno spaccato della società odierna da un punto di vista crudo e realistico. Leggo libri di ogni genere, ma quanto alla scrittura resto fedele al giallo/noir.

  • Essendo autrice della scuderia Frilli hai mai pensato di scrivere un romanzo assieme ad un collega dove i due investigatori o investigatrici collaborano?

Non ci ho mai pensato, ma se arrivasse una proposta potrei provare. Credo sia necessario un grande affiatamento per riuscire a scrivere un romanzo a quattro mani, nel quale lo stile sia omogeneo al punto che non vi sia un’apprezzabile differenza tra le parti scritte dall’uno e quelle scritte dall’altro. Sicuramente ci vuole una buona dose d’armonia e una solida amicizia perché il risultato sia quello atteso.

  • Se Luce potesse diventare una serie tv, che attrice vedresti bene nei suoi panni?

Mi sono posta questa domanda molte volte, anche perché credo che vedere i miei protagonisti e le loro vicende concretizzarsi sullo schermo televisivo sia un sogno che mi accomuna a molti autori. Un sogno  difficile da realizzare, ma senza sogni non si vive, tanto più in un periodo come questo, nel quale occorre coltivare la speranza anche nella quotidianità. Luce Frambelli è una giovane donna alta, flessuosa, coi capelli ramati e gli occhi verdi, che trascura di valorizzare la propria bellezza perché la ritiene un elemento non importante, dato che preferisce essere piuttosto che apparire. Date queste caratteristiche fisiche, la vedrei bene interpretata da Miriam Leone, un’attrice che apprezzo e che si è già cimentata in ruoli analoghi.

  • Grazie mille Marina per la disponibilità, arrivederci a presto sulle pagine de I gufi narranti.

Grazie a voi per l’ospitalità! Colgo questa occasione per fare a tutti i migliori auguri di ogni bene. Alla prossima e buona vita!

 

Sandra Pauletto

 

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