Vito Bruschini intervista esclusiva per I gufi narranti

Vito Bruschini intervista esclusiva per I gufi narranti

Vito Bruschini: sceneggiatore, aiuto regista, giornalista, direttore di testata, scrittore e altro che vito bruschinisicuramente ho dimenticato. Una vita impegnata alla divulgazione attraverso tutti i mezzi di comunicazione.

D- Possiamo darci del tu?

R- Intanto Sandra lasciati ringraziare per l’ospitalità offerta in questo blog “I Gufi Narranti”. Molto divertente, immediato, capace di recuperare e far conoscere le basi della narrazione, insomma anche tu e i tuoi collaboratori svolgete una preziosa opera di comunicazione. (A proposito, mi è molto piaciuta la filastrocca dei versi degli animali e anche l’acrostico della zanzara. Ma anche le altre vostre proposte sono di valore). E ora che possiamo darci del “tu”, visto che combattiamo nella stessa “trincea”, posso risponderti che effettivamente nella mia lunga carriera ho sempre avuto come obiettivo principale la divulgazione e nei miei romanzi si sente forte il desiderio di voler fare informazione, senza però abbandonare mai gli schemi del racconto e della suspence.

D- Le tue pubblicazioni con la Newton Compton Editori trattano sempre temi scomodi per l’opinione pubblica: mafia, strage di Piazza Fontana , Vallanzasca fino al Bilderberg. Proprio facendo riferimento a questo tuo romanzo: “I segreti del Club Bilderberg”, è corretto definirti almeno in parte complottista come la sottoscritta?

R- I poteri forti (sono il sistema bancario e l’alta finanza al servizio delle multinazionali, tanto per parlare chiaro) a coloro che tentavano di grattare la vernice della loro rispettabilità, hanno affibbiato il titolo dispregiativo di “complottisti”. Come a voler intendere persone che vedono in ogni fatto del mondo una congiura, quindi persone di nessuna attendibilità. Io rifiuto quell’attributo perché ho sempre scritto di eventi e fatti accaduti nella realtà dando però loro un’interpretazione che spesso si è rivelata molto scomoda per questi personaggi. Oggi grazie al web riusciamo ancora a svelare i loro giochi di potere, anche se sul web ne girano di bufale ed è necessario sempre andare molto cauti e verificare personalmente l’informazione.

D- Indiscutibilmente dietro ad ogni tua produzione c’è un imponente lavoro di ricerca, sommando questo alla stesura vera e propria, quanto tempo impieghi mediamente per scrivere un romanzo?

R- La preparazione è, per quel che mi riguarda, la parte più appassionante del mio lavoro perché mi dà la possibilità di consultare e leggere centinaia e centinaia di pagine di libri, atti, giornali alla ricerca dell’argomento centrale del romanzo che ho deciso di scrivere. Questa è la parte più lunga persino dello scrivere perché una volta che hai le informazioni giuste, poi vai avanti come un treno. Gli scrittori americani (quelli meglio pagati) hanno a loro diposizione una squadra intera di giornalisti e analisti. Per venire alla tua domanda, io personalmente impiego circa nove mesi, insomma è come far nascere un bambino.

D- Una semplice curiosità: scrivi direttamente al computer o fai la prima stesura su carta?

R- Su carta scrivo solo appunti e scalette. Tablet e notebook non mi fanno concentrare. Poi scrivo direttamente sul pc. Ho scritto il mio primo romanzo nel 1985 su un IBM, credo di essere stato uno dei primi (modesto eh?) giornalisti a lavorare con il computer.

D- Visto che il libro “I segreti del Club Bilderberg” ha avuto un seguito con il volume “I cospiratori del Priorato”, e siccome vanno di moda le trilogie, abbiamo speranze di ritrovare i protagonisti in una nuova i-segreti-del-club-bilderberg-il-romanzo-del-potere_3933_x1000avventura?

R- No. Con il Priorato si chiude la saga Bilderberg.

D- La figura dei gemelli nani creati in laboratorio, uno buono e uno cattivo, mi ha fatto pensare all’ Omuncolo di Paracelso, ho sbagliato tutto? Se sì, puoi svelarci a cosa ti sei ispirato per i personaggi di Benny Boy e Bad Benny?

R- Tutto il mito di Golem e Frankenstein, cioè dell’uomo creato in laboratorio, ha inizio con Paracelso, quindi non hai sbagliato a pensarlo. Ma l’ispirazione vera è derivata dagli “studi” di dottor Morte, cioè di Mengele. Si pensava che fosse morto con la presa di Berlino, ma negli anni Settanta l’improvviso proliferare di gemelli tra la popolazione di un piccolissimo villaggio nella foresta amazzonica, mi ha fatto capire che Mengele non solo si era salvato dall’arrivo dei sovietici, ma che aveva persino continuato i suoi studi di eugenetica nel folto della foresta sudamericana.

D- Nel tuo nuovo lavoro: “Il monastero del Vangelo proibito” tocchi tematiche tristemente attuali e piuttosto delicate, non hai avuto nessun timore nel decidere di scriverlo?

R- Quest’ultimo romanzo ha un finale estremamente positivo. Dopo due romanzi molto pessimisti sul nostro futuro ho voluto scrivere una storia che è un grido di speranza per noi e per i nostri figli. La profezia del Vangelo proibito ci regalerà qualcosa che finalmente potrebbe unificare l’umanità e non dividerla come è attualmente.

D- Visto che sei anche regista, hai mai pensato di trasformare i tuoi romanzi in film o fiction?

R- Alcuni romanzi sono stati opzionati da registi per realizzarne dei film. Collaborerò alla stesura della sceneggiatura… se andranno in porto. Ma sono storie un po’ troppo costose per i nostri standard produttivi che prevedono al massimo tre stanze, bagno e cucina… Infatti fin’ora non se ne è fatto ancora niente.

D- Quale dei tuoi personaggi ti assomiglia di più? Forse proprio Brenno Branciforte, protagonista de “Il monastero del Vangelo proibito?”

R- Brenno mi è molto vicino per il suo amore dell’arte e delle cose antiche. Il “Vangelo” nasce dalla mia passione per l’archeologia e da indimenticabili viaggi fatti in Cappadocia e sul monte Nemrut Dagi.

D- E infine, prima di salutarci invitando tutti a leggere i tuoi romanzi, ti chiedo: c’è qualcosa “in cantiere” a cui stai lavorando?

R- Un romanzo a cui tengo moltissimo. È una storia sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana sequestrata nel 1983 e mai più ritrovata. Ho scoperto nuovi elementi che sicuramente faranno molto discutere.

D- Possiamo quindi sperare che questo sia solo un arrivederci sulle pagine dei Gufi narranti?

R- Un arrivederci e un buon lavoro anche a voi che fate questo stupendo blog.

Ti ringraziamo molto per la disponibilità e per il tempo che ci hai concesso, al prossimo romanzo…oppure prima, chissà…

Un abbraccio a voi e a tutti i vostri lettori.

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