Scappa – Get Out – Un’idea di schiavismo equidistante da realtà e finzione.

01Scappa – Get Out

 

Anno: 2017

Titolo originale: Get Out

Paese di produzione: USA

Genere: orrore

Regia: Jordan Peele

Produttore: Jason Blum, Jordan Peele, Edward H. Hamm Jr., Sean McKittrick

Cast: Daniel Kaluuya, Zailand Adams, Allison Williams, Bradley Whitford, Catherine Keener, Caleb Landry Jones, Lil Rel Howery, Betty Gabriel, Marcus Henderson, LaKeith Stanfield, Stephen Root, Erika Alexander

 

Andre Hayworth, un ragazzo afroamericano, sta passeggiando in un quartiere di notte. Il silenzio e l’oscurità intorno a lui lo spaventano. Decide di tornare indietro quando vede una macchina rallentare ed accostargli vicino. Mentre si sta allontanando viene però sorpreso alle spalle dall’autista che lo tramortisce e lo carica in macchina. A distanza di qualche mese Chris, un altro giovane afroamericano, sta per conoscere i genitori della fidanzata Rose. Sanno che sono nero? Come la prenderebbero? Queste le preoccupazioni di Chris. Ma Rose è tranquilla: “I miei non sono razzisti. Mio padre avrebbe votato di nuovo per Obama.” Quando però i due raggiungono casa Armitage la situazione si fa’ sempre più strana. Innanzitutto la presenza di Georgina e Walter, due domestici afroamericani, lascia perplesso Chris. In più il comportamento dei genitori e del fratello di Rose non sembra del tutto normale. Lentamente si scopre infatti che a casa Armitage niente è normale.

Chris sprofonda in un mondo sommerso dopo essere stato ipnotizzato. Una scena visivamente eccellente.

Scappa – Get Out è una gran bella trovata, messa in scena però in maniera rivedibile. Regia e sceneggiatura sono dell’esordiente Jordan Peele, che per il momento si dimostra più efficace nella scrittura che nella ripresa. Il suo primo film ha infatti alle spalle un copione molto interessante e testimonia la volontà di un cinema che, oltre all’evasione, vuole far riflettere molto. Un impianto cervellotico che ricorda molto da vicino l’immaginario metaforico/profetico di John Carpenter, cercando pure di sorpassarlo in termini prettamente intellettuali. Due gli ambienti in cui si sviluppa la vicenda: il posto da cui vengono Chris e Rose (presumibilmente New York), e casa Armitage. Schematiche le rispettive differenze: nel primo ci sono i neri, nel secondo i bianchi. In un percorso del genere diventa subito limpida la volontà del regista. Un tragitto che porti la coppia verso l’inferno. Scappa – Get Out ci lascia infatti con una lezione morale profonda, di quelle difficilmente visibili in questo tipo di cinema. Una società (equidistante da realtà e finzione) in cui il razzismo è superato in termini di ferocia psicologica e fisica da qualcosa di più primitivo e brutale. Un vero e proprio sfruttamento che vede la carne nera come bene di prima necessità e anche come unica possibilità contemplata dall’uomo bianco per conviverci. Uno schiavismo innestato nella mente con la forza a cui non è possibile ribellarsi. Nonostante Peele sembri cercare la varietà, si capisce subito che Scappa – Get Out è un horror. Peccato che la sua magia scoppi solo nel finale, raggiungibile dopo un’ora troppo approssimativa nei dialoghi e nell’aspetto visivo (fatta eccezione per la bellissima sequenza dell’ipnosi, perfetta per come è stata pensata). Una prima fase che fatica a carburare non destando grande interesse, su cui gravano pretesti per spaventare così banali e già visti da risultare stupidi. Si fanno ricordare di certo alcuni personaggi, su tutti il luciferino e squilibrato Jeremy (Caleb Landry Jones), il fratello di Rose. La parte conclusiva, violenta e raccapricciante, rimane quella più compiuta; sarà anche perché emerge di più Rod, l’amico con cui Chris rimane in contatto telefonico, che mette un po’ di ironia in un racconto che vuole prendersi troppo sul serio per troppo tempo e nella maniera più noiosa.

Un’opera imperfetta, che poteva essere di grande spessore, ma dimentica di dare un po’ di quell’ottima fattura anche a ciò che gravita intorno al nocciolo della questione. Per ora buone intenzioni ma bisogna correggere il tiro.

Zanini Marco

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