Richard Matheson: La casa d’inferno recensione di Matteo Melis

Richard Matheson: La casa d’inferno prima edizione in Italia 1971

Il signor Deutsch, ultraottuagenario miliardario americano, in cattive condizioni di salute, ingaggia il Dottor Lionel Barrett, fisico ed appassionato studente di parapsicologia da vent’anni, di indagare su Casa Belasco nel Maine, massicia abitazione in stile Gotico-Romanico, detta Casa d’Inferno perché il suo proprietario, Emeric Belasco, era una persona perversa, fondatore di un club denominato: “Les Aphorodites”, composto di membri che si dedicavano ai piaceri più sfrenati, senza nessuna remora.

La depravazione e l’instabilità mentale di Emeric si manifesta fin da bambino, quando decise di impiccare un gatto, per vedere se possedesse davvero sette vite. Quando si rende conto che così non è, lo squarta e ne getta i pezzi dalla finestra; inoltre, per farvi capire meglio il suo stato mentale riporto anche la notizia che fu capace di abusare sessualmente di sua sorella minore.

Quel che il vecchio Deutsch intende sapere dal dottor Barrett è se esiste una vita dopo la morte, in maniera definitivamente comprovata. Visto che la dimora dei Belasco nel corso dei decenni, è stata teatro di manifestazioni paranormali quali: voci incorporee, suoni inspiegabili, strani cali di temperatura, oggetti che si comportano come dotati di mente propria, macchinari che funzionano senza intervento esterno.

Per questo, Barrett dovrà trascorrere la settimana prima di Natale al suo interno, dietro un ingente compenso: centomila dollari.

Verrà affiancato, per scelta del suo illustre committente, da Benjamin Frankler, potente medium che vuole approfittare di quest’occasione per rimettersi al lavoro dopo un grave trauma subto trent’anni prima, che lo aveva portato a non occuparsi più di tali faccende.

Assieme a loro c’è anche Florence Tanner che, dopo un passato d’attrice scadente, si è dedicata alla sua vera passione, lo spiritualismo.

Fin da subito, i protagonisti vengono aggrediti senza tregua dal potere oscuro che alberga a Casa Belasco, con manifestazioni di ogni tipo, fino ad un epilogo che sicuramente sconcerta, ma fa riflettere su quanto nonostante tutto, dal poco possa nascere il molto.

Tirate le somme, posso dire di aver apprezzato questo romanzo, che rappresenta il mio esordio come lettore di Matheson (finora avevo solo visto il film con Will Smith, tratto da Io sono leggenda). Vi ho trovato sicuramente delle similitudini con L’incubo di Hill House di Shirley Jackson (edito nel 1959) di cui trovate la recensione al link.

In entrambi ci si chiede se veramente esiste qualcosa oltre la vita terrena o se tutto si possa ricondurre a criteri logico-razionali.

Una narrazione molto cupa e piena di tensione ma scorrevole ed affascinante, da un autore rimasto un po’ in sordina ma fonte di ispirazione, ad esempio, per il grande Stephen King che gli dedica addirittura un romanzo: “Cell” uscito nel 2006 edito dalla Sperling & Kupfer.

Dal romanzo di Richard Matherson è stato tratto un film intitolato “Dopo la vita” e che attualmente è disponibile anche in dvd.

Matteo Melis

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