Emily Jane White – They Moved In Shadow All Together – Poesia oscura.

Emily Jane White – They Moved In Shadow All Together

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Anno: 2016

Provenienza: USA

Genere: Folk

Membri: Emily Jane White – Voce, Piano, Chitarra e Organo; Shawn Alpay – Violoncello e Basso; Nick Ott – Batteria e Percussioni

1. Frozen Garden

2. Pallid Eyes

3. Hands

4. Nightmares On Repeat

5. Rupturing

6. Moulding

7. The Ledge

8. The Black Dove

9. Antechamber

10. Womankind

11. Behind The Glass

Casa discografica: Talitres

 

Ricordo il giorno in cui venni a conoscenza dell’esistenza di Emily Jane White. Facevo frusciare sotto le dita gli LP nel mitico Alphaville di Piacenza e in sottofondo fluiva l’atmosfera di They Moved In Shadow All Together. Ci vollero poche canzoni per scatenare la mia curiosità. “E’ Chelsea Wolfe?” “No, è Emily Jane White.” “Uhm..molto interessante, molto atmosferico. Posso averne una copia?” E’ sempre bello entrare in un negozio di dischi e conoscere un’artista nuovo così, per caso, senza niente di premeditato.

 

La ragazza in questione è americana, viene dalla città marittima di Fort Bragg (Oakland, California), canta e suona tastiere e chitarre. Inizia ad interessarsi al canto nel 2000 quando frequenta la University Of California, Santa Cruz.

Ha trascorso un po’ di tempo in Francia a Bordeaux e in seguito è tornata in California per iniziare ad esibirsi proponendo l’impasto di Post – Rock e Folk che la rende riconoscibile ancora oggi. Curioso, ma non troppo a giudicare dalle sonorità e dall’attitudine misteriosa, sapere che i suoi primi passi nella musica li ha mossi in gruppi Punk e Metal.

Giunge al 2016 rilasciando il suo quinto album, traguardo ragguardevole, che comunque la vede sempre ancorata all’underground. Poco male, perché l’eccessiva notorietà molte volte non significa nulla. E’ proprio il caso di Emily Jane White, mente pensante che si affida continuamente a diversi musicisti per farsi aiutare nelle partiture ritmiche e sonore. They Moved In Shadow All Together è un disco veramente bello, probabilmente il suo lavoro migliore fino ad ora. Carico di un’atmosfera evocativa ed emozionante, ma allo stesso tempo oscura e misteriosa, rievoca modelli recenti ed enigmatici come Chelsea Wolfe e miti del passato più tradizionali e leggiadri come Enya.

Fin da subito l’incisività della White è palpabile nell’emozionante Frozen Garden. Nonostante l’apparente semplicità, le linee vocali della cantante americana sono molto ispirate, come si può notare in Hands, molto interessante e per niente scontata. Queste caratteristiche rendono They Moved In Shadow All Together non solo un disco piacevole all’ascolto ma anche un lavoro eccellente per originalità ed intimismo, che richiede sicuramente una certa sensibilità per essere apprezzato veramente.

Certo, pezzi come Pallid Eyes o Rupturing sono delle vere e proprie carezze che rigenerano i sensi,ma resi molto intriganti da una vena quasi inquieta e malinconica, che sembra nascondere un che di mistico.

Le emozioni sono tante e a dimostrarlo c’è Nightmares On Repeat, veramente da pelle d’oca. Avventurarsi nell’universo di Emily è come rimanere rapiti dalla purezza e dalla bellezza di ciò che ci circonda (come si evince dai testi); non a caso il suo lavoro è adattissimo per essere inserito nel lettore CD della macchina quando si parte per un viaggio. Musica da ascolto, di sottofondo, che riesce a scuotere l’anima come i suggestivi tamburi di The Black Dove, episodio memorabile tra le canzoni proposte. Con la grande classe di Moulding e The Ledge, la cantante californiana ci accompagna fino alla fine, dove in Womankind non si fa’ mancare persino un testo impegnato, in difesa dei diritti delle donne, semplicemente toccante. Unici momenti abbastanza anonimi sono Antechamber e Behind The Glass un po’ monotono dove comunque risalta l’impegno nella scrittura del testo.Un disco di grande impatto, difficile da dimenticare, che potreste avere voglia di ascoltare più volte. Suggestiva anche la foto in copertina, che ritrae la stessa Emily,ad opera di Cyn Malditos, cantante e chitarrista degli interessanti ed oscuri Silence In The Snow. Consigliato a chi è in cerca di forti emozioni e di momenti di pace e riflessione.
Emily Jane White come detto prima ha pubblicato prima di questo altri quattro dischi, di cui consiglio Dark Undercoat (2007), Ode To Sentience (2010) che le ha permesso di essere menzionata sul bimensile americano American Songwriter per il singolo Requiem Waltz e Blood – Lines (2013).

Voto: 8

Marco Zanini

 

 

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