“Il segreto di piazza Napoli” di Gino Marchitelli Recensione

Recensione “Il segreto di piazza Napoli” di Gino Marchitelli

Gino Marchitelli, all’anagrafe Luigi Pietro Romano Marchitelli, è quello che si può definire un artista a tutto tondo: scrittore, cantautore, e anche documentarista con un documentario/intervista edito in DVD nel 2014 dove parla con i partigiani che nel 1944 si resero protagonisti della liberazione della Val D’Ossola.

Nel suo curriculum letterario vanta già svariati titoli e non solo romanzi, è autore infatti anche del libro: ” Una storia di tutti – in memoria delle vittime delle stragi”.

Il romanzo giallo “Il segreto di piazza Napoli” che andiamo a recensire è ambientato tra Milano, dove vive il protagonista neo pensionato, ex brigadiere dei Carabinieri, Salvatore Maraldo detto Totò, e l’Oltrepò Pavese, dove anni prima avvenne una brutta storia tra dei ricchi adolescenti e una ragazzina, Alessandra, con ceto sociale molto inferiore a loro, che rimase uccisa in circostanze mai troppo approfondite dalle forze dell’ordine.

Quello che tratteggia Marchitelli è un Nord Italia dove, da una parte, troviamo la superbia e la freddezza dei ricchi a cui tutto è concesso grazie ai soldi, e dall’altra la solidarietà e l’orgoglio onesto dei poveri, vittime dei ricchi e di se stessi, ma solidali tra loro senza voler nulla in cambio.

Troviamo infatti da questa parte della barricata Aldo, vedovo distrutto dalla morte della figlia Alessandra, di cui tiene in vita il ricordo pilluccando acini d’uva, e Claretta, caparbia partigiana che si occupa del nipote Fabio, unico del branco ad aver pagato con il carcere la morte di Alessandra.

L’altra faccia della medaglia è raffigurata da Giorgio e dai suoi amici “figli di papà”, ricchi perdigiorno che passano le giornate a sballarsi foraggiati dai soldi di famiglia, parcheggiati all’università incapaci di portarla a termine. Convinti di essere intoccabili grazie ai soldi e al loro “nome”.

Ma come si dice: “il furbo ha sempre qualcuno più furbo di lui”, e i soldi fanno gola a tutti, tanto più a chi è privo di scrupoli e morale.

Totò nonostante appena pensionato si troverà coinvolto nel ritrovamento del cadavere di Fabio, nipote di Claretta. Conosce la donna da molto tempo essendo stato, da bambino, il figlio dell’ex brigadiere amico della vittima.

Ma, Totò, non facendo più parte delle forze dell’ordine, dovrà contare sulla complicità dei suoi colleghi per poter accedere dove ora non ha più accesso, ma sarà la sua esperienza, e soprattutto l’attenzione ai dettagli, che gli permetterà di indicare ai suoi colleghi le tessere del puzzle che porteranno alla luce una storia di ricatti, dove il pesce grosso mangia il pesce piccolo, finchè la legge non interviene a spezzare la catena, dimostrando che neanche i soldi possono tutto.

Bel giallo, in cui nulla è scontato.

Marchitelli ha l’abilità di permettere al lettore stesso di sistemare tutte le tessere, se ha dalla sua una lettura attenta e presente.

Folkloristica la figura di Noris, moglie romagnola dell’ex brigadiere, in netto contrasto per il suo carattere espansivo a quello chiuso e riservato del marito siciliano. Hanno in comune un certo “sangue caliente” che sembrano riscoprire ora che l’uomo è in pensione.

La scrittura è semplice, veloce e creativa, voglio segnalarvi tra tante, una che trovo dannatamente efficace: “un sorriso da dentiera economica”, non avrebbe potuto essere maggiormente diretto e raffigurativo di un quadro, che delinea in due parole, tutto un personaggio.

Marchitelli tenta anche di dare una colonna sonora al proprio romanzo, inserendo qua e là delle canzoni prevalentemente del maestro Francesco Guccini. Io son riuscita al volo a vivere questo suo esperimento perché le canzoni citate le conoscevo tutte, ma chi diversamente da me non le conoscesse, a fine romanzo trova l’elenco dei titoli con relativo link per trovarle su Youtube.

Poco da aggiungere.

Un libro da leggere e su cui riflettere perché in questo romanzo edito da “Fratelli Frilli Editori” (che ringraziamo) il segreto è a piazza Napoli, ma purtroppo, altri ce ne sono in Italia, ma non è ancora arrivato nessun Totò Maraldo a far luce, non ci resta che sperare e si sa, la speranza è l’ultima a morire…

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