Il mio cuore cattivo W. Dorn recensione di M. Melis

Il mio cuore cattivo Wulf Dorn recensione di Matteo Melis

 

C’è un vuoto nella memoria di Dorothea. Quella sera voleva uscire a tutti i costi ma i suoi l’avevano costretta a fare la babysitter al fratello minore mentre loro erano a teatro. Ricorda che lui non ne voleva sapere di dormire e urlava come un pazzo. Ricorda una telefonata che l’aveva sconvolta, ricorda di aver perso la testa, e poi più niente. Più niente fino agli occhi sbarrati del fratellino, senza più vita. C’è un abisso in quel vuoto di memoria, un abisso che parole come «arresto cardiaco» non riescono a colmare. Perché la verità è che lei non sa cosa ha fatto in quel vuoto. Ma sa che sarebbe stata capace di tutto…

Solo adesso, dopo mesi di ospedale psichiatrico, di terapie, di psicologi, ha raggiunto faticosamente un equilibrio precario. Ha cambiato casa, scuola, città: si aggrappa alla speranza di una vita normale. Ma una notte vede in giardino un ragazzo terrorizzato che le chiede aiuto e poi scompare senza lasciare traccia. E quando, dopo qualche giorno, Dorothea scopre l’identità del ragazzo e viene a sapere che in realtà lui si sarebbe suicidato prima del loro incontro, le sembra di impazzire di nuovo. I fantasmi del passato si uniscono a quelli del presente precipitandola in un incubo atroce in cui non capisce di chi si può fidare, e in cui la sua peggiore nemica potrebbe rivelarsi propri lei stessa…

Ed eccoci con un nuovo psycho-thriller dell’autore tedesco Wulf Dorn, molto noto in patria ed all’estero, ma anche in Italia, infatti riserva a noi nei ringraziamenti finali qualche riga.

La popolarità a casa nostra è arrivata grazie a “La psichiatra” suo romanzo d’esordio.

Il libro, pubblicato in italiano nel 2013, risente in maniera palese, come i precedenti, del background culturale e professionale dello scrittore. Dorn, infatti, ha esperienza come logopedista dei pazienti psichiatrici. Nelle sue opere si denota una grande conoscenza dell’argomento, resa con dovizia di particolari. La tematica di fondo dei suoi rimanzi è sempre la stessa: i protagonisti sono individui che cercano faticosamente di ricostruirsi un’esistenza dopo accadimenti traumatici che li segnano in maniera pesante, lasciando in eredità feroci demoni con cui fare i conti.

Dorothea (detta Doro), è un’adolescente apparentemente come tante altre ma in realtà è dotata di una facoltà particolare detta sinestesia, che la porta ad avere una notevole percezione sensoriale nella quale emozioni e colori vengono collegati: ad esempio rosso rabbia.

Figlia di padre tedesco e madre italiana, ama i ragazzi e le uscite con gli amici. Una sera, siccome c’era l’anniversario di matrimonio dei suoi genitori, è costretta a rimanere a casa con il fratellino di tre anni. Il piccolo piange disperato per l’assenza della mamma e non dorme, Doro è molto nervosa per questo e perché è dovuta restare a casa rinunciando ad una festa.

Ad un certo punto, entra nella camera del bambino e lo trova morto. Sarà una tragedia immane, che provocherà la distruzione della famiglia. Dorothea inizierà a soffrire di allucinazioni in cui vede il fratello e sarà costretta ad un ricovero presso una clinica psichiatrica (la famosa Waldklinik delle storie di Dorn). Lei e sua madre si trasferiranno in un nuovo paese, sperando di star meglio, ma non sarà così Anzi altri drammi li attendono. Sarà un vero incubo per Doro: passato e presente si fonderanno porrtandola sull’orlo della follia.

Il cuore cattivo le permetterà di non soccombere.

Il cuore cattivo, che da il titolo a libro, è un chiaro rimando ai concetti di lato oscuro. Dorn non è originale in questo, possiamo trovarlo tanto per citarne un paio in una canzone dei Pink Floyd, nell’ Ombra junghiana,  nel romanzo di Stevenson con Mr Hyde ecc. Ecc.

Libro che scorre via e che inquieta, ma da non perdere se avete amato La psichiatra.

Matteo Melis

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