Le mummie di Venzone (Udine) Approfondimento

Sulla parte più a nord dello stivale, più precisamente in Friuli Venezia Giulia, esiste una piccola cittadina che conta poco più di duemila abitanti, che dal 1965 è stata dichiarata Monumento Nazionale, riconoscimento che le venne attribuito in quanto unico esempio di borgo fortificato trecentesco in regione.

Il suo nome, Venzone deriva dal torrente Verzonessa tutt’ora esistente.

La piccola cittadina, in antichità punto nevralgico per il commercio con l’attuale Austria centrale, è stata sotto il dominio del Patriarcato di Aquileia e a quello di Venezia. Si ricorda la data del 1797, quando fu occupata dalla truppe di Napoleone, e passò sotto il controllo austriaco in seguito al trattato di Campoformido, per poi approdare nel 1866 nel Regno d’Italia.

Venzone, nonostante le sue modeste dimensioni geografiche, ha diversi motivi per essere approfondita, è nota nel mondo per:

la lavanda di Venzone

la zucca di Venzone

Venzone fu una delle città rase al suolo dal terremoto del 1976, e viene spesso citata come esempio per la velocità e la qualità della sua ricostruzione, assieme a Gemona del Friuli.

Ma oggi parleremo di un altro dei motivi per cui la cittadella è famosa nel mondo, ossia delle sue mummie.

La storia delle mummie di Venzone è particolare, per il modo in cui avviene il processo di mumificazione, che non ha nulla in comune con quelle egizie alle quali vengono espiantati gli organi interni.

La storia delle mummie inizia a metà del seicento, più precisamente nel 1647, quando si decise di costruire la Cappella del Rosario del Duomo, e per questo era necessario spostare un sarcofago attribuito agli Scaligeri e risalente al trecento.

Questo spostamento diede alla luce la prima di quarantadue mummie, numero sceso drasticamente dopo il terremoto del 1976, che distrusse completamente il borgo.

Attualmente ne sono state recuperate quindici.

Fortunatamente, nel tempo, delle quarantadue iniziali, alcune furono portate a Padova presso l’università, altre a Parigi, nella Cattedrale di San Luigi degli invalidi (Rue de Grenelle 129), e altre al museo di Vienna.

La prima mummia, che fu appunto riesumata nel 1647, colpì il suo scopritore per un suo difetto fisico, probabilmente frutto di una cattiva sepoltura, al punto da meritarsi nei secoli il nome di “Gobbo”.

La altre vennero ritrovate in una settantina d’anni, nell’arco di tempo che va dal 1825 al 1891.

mummieDelle mummie si hanno pochi dati relativi alla loro vita. E’ data per certa l’identità di Daniello Gattolini nobile dell’epoca, morto all’età di settantacinque anni. Altri tre erano sacerdoti, due erano sorelle, e una è una coppia di sposi, altre son uomini e donne delle quali non si è riuscito a stabilire nulla.

Le cinque mummie visibili attualmente, presenti a Venzone, sono custodite nella cripta della cappella cimiteriale di San Michele, posta nel sagrato del Duomo di S. Andrea Apostolo.

Ma ora parliamo della mummificazione naturale di questi corpi.

La mummificazione naturale delle salme esposte è dovuta alle particolari condizioni che si verificarono in alcune tombe del Duomo, nelle quali si sviluppa Hypha Bombicine Pers. Una muffa che ha la proprietà di disidratare, in tempo breve, il tessuto, impedendo la sua decomposizione.

Il processo di mummificazione avviene nell’arco di un anno dalla sepoltura.

Lo studio su questa muffa venne eseguito dal F. Savorgnan de Brazza, il quale ne fece un articolo per la rivista francese Cosmos, in seguito ripresa dalla rivista statunitense The Literary Digest nel 1906.

Narra la leggenda che le truppe di Napoleone colpite dalla virilità delle salme prelevassero da queste dei lembi di pelle come souvenir o amuleto dalle capacità afrodisiache, per questo motivo chi va a visitare le cinque mummie potrà notare che su di esse è stato appoggiato un telo di cotone a livello del bacino.

Nei sogni di Napoleone, che quando fu a Venzone era al culmine del suo potere, c’era quello di venir sepolto nella città proprio per far mummificare il suo corpo. Ma le cose per lui andarono molto diversamente, come sappiamo.

Come scrisse un giornalista tempo fa, visto il terremoto che distrusse completamente la città, facendo crollare anche l’edificio dove esse erano contenute, le mummie di Venzone sfidano a tal punto la vita da esser morte due volte

www.youtube.com/watch?v=7vRcTFbFO-Y

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