La chiave – Racconto di Teresa Breviglieri

La chiave – Racconto di Teresa Breviglieri

chiaveLa soffitta polverosa e in penombra faceva uno strano effetto a Mark. Erano anni che non saliva lassù, ma doveva traslocare e doveva per forza di cose, dare un’occhiata anche per capire cosa poteva tenere o gettare il superfluo. Si aggirò tra gli scatoloni impolverati ed accatastati senza decidersi da dove poteva iniziare. Non immaginava che ce ne fossero così tanti. Sbuffò ed iniziò dal primo che si trovò davanti agli occhi. Mentre lo apriva, si sollevò un nugolo di polvere che lo fece tossire fino a farlo lacrimare. Aprì completamente la scatola e quello che trovò, gli scatenò ricordi di infanzia; un trenino di legno che gli aveva costruito suo padre con cui aveva giocato per anni; un paio di soldatini corrosi dal tempo e altri giocattoli che lo fecero sorridere. Era stato un bambino felice e il ricordo di tanti momenti spensierati lo fece commuovere. Vuotò completamente lo scatolone ed osservando il contenuto decise che non avrebbe gettato nulla nell’immondizia. Rimise tutto all’interno e chiuse di nuovo la scatola impolverata. Ne aprì un’altra e trovò solo un diario al suo interno; vide che era di sua madre e con emozione, lesse qualche riga.

<< Il mio piccolo Mark oggi ha pronunciato la sua prima parola: “mamma”. Sono tanto felice!>>. Lesse ad alta voce le parole che aveva scritto sua madre e una lacrima gli solcò il viso. Avrebbe conservato quel diario; era troppo prezioso per essere gettato. Via via, aprì altre scatole e alla fine decise che non avrebbe buttato nulla. Ogni oggetto era fonte di ricordi che non voleva andassero sprecati. Dopo ore passate in soffitta, arrivò all’ultima scatola. La aprì pensando di trovare altri oggetti del suo passato ma non fu così. All’interno c’era solo una strana chiave a forma di uncino. La prese in mano per osservarla meglio; non l’aveva mai vista ma decise di tenerla perchè la sua strana forma lo incuriosì. Si alzò in piedi e mentre stava per scendere, una luce fortissima lo abbagliò per un attimo e sparì subito. Con enorme sorpresa, si ritrovò davanti agli occhi una porta color oro nel bel mezzo della soffitta.

<< Che cavolo è?>>

La chiave che aveva in mano si illuminò e gli fu chiaro il fatto che doveva aprire la porta.

Mark entrò e si ritrovò in un luogo che non conosceva e che non gli ricordava nulla. Per un attimo ebbe paura e si voltò indietro per tornare nella sua soffitta ma la porta era sparita. Si pentì di essere stato troppo curioso, ma non aveva alternativa; doveva andare avanti, pertanto decise di esplorare quel posto molto simile ad un paese ma con abitazioni molto strane e particolari; la loro forma ricordava le piramidi egiziane, ma come case “normali” erano dotate di porte, finestre e balconi fioriti. Si aggirò per le stradine cercando di capire se esistevano anche abitanti in quel posto così strano, ma con sgomento vide che non c’era anima viva. Provò a bussare ad una porta, ma nessuno gli rispose; provò con un’altra con lo stesso risultato. Il tempo passava e Mark iniziava ad avere un po’ di paura.

<< E adesso che faccio? Come posso tornare a casa mia? Che cavolo di posto è questo!?>>. Nel silenzio innaturale rimbombò solo la sua voce.

<< Sei a casa Mark!! Devi ricordare!!>>. La voce tonante che gli aveva risposto lo aveva spaventato; si girò su se stesso per capire da dove provenisse, ma senza risultato.

<<Chi sei? E che cosa devo ricordare?>>

Non ebbe risposta e la cosa lo spaventò ancora di più. In quel momento si aprì la porta della casa alle sue spalle e la stessa voce che aveva sentito un attimo prima gli ordinò di entrare. Timoroso e spaventato, Mark obbedì mentre la porta si richiudeva alle sue spalle. Si accesero luci fortissime e la voce tuonò: << Molto bene Paul!! Hai interpretato ottimamente la parte di Mark. Ragazzi per oggi abbiamo lavorato abbastanza! Tutti a casa! Ci vediamo domani mattina alle cinque; dobbiamo concludere le riprese per il fine settimana: questo film sbancherà al botteghino!>>

Paul e il resto della troupe applaudirono; la loro giornata lavorativa era stata proficua e potevano tornare a casa soddisfatti.

Paul entrò e si buttò pesantemente sul divano. Vide qualcosa luccicare sul tavolino del salotto. Che strano. Era la chiave a forma di uncino… Eppure l’aveva lasciata sul set! Mentre la osservava, una luce lo abbagliò per un attimo e sparì. Al suo posto comparve una porta color oro!!…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.