It Follows – Alto livello registico. Sceneggiatura da rivedere.

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It Follows

It Follows 1

Anno: 2014

Titolo originale: It Follows

Paese di produzione: USA

Genere: orrore

Regia: David Robert Mitchell

Produttore: Rebecca Green, Laura D. Smith, David Robert Mitchell, David Kaplan, Erik Rommesmo

Cast: Mika Monroe, Keir Gilchrist, Olivia Luccardi, Lili Sepe, Daniel Zovatto, Jake Weary, Bailey Spry, Debbie Williams, Ele Bardha, Ruby Harris, Leisa Pulido

Una ragazza esce di casa e sembra particolarmente turbata. Dopo aver rassicurato il padre, prende la macchina e scappa. La mattina dopo è su una spiaggia, morta, in una posizione assurdamente macabra. Nella stessa cittadina la diciannovenne Jay passa le sue giornate con gli amici, nella piscina di casa sua, in salotto a guardare film e uscendo con il suo ragazzo, Jeff.

it follows film still
La bella Maika Monroe interpreta Jaime Jay Height.

Sembra che la sua vita scorra tranquilla, in una placida spensieratezza. Tutto cambia una sera quando esce con Jeff. Lui le dice di vedere persone che gli altri non vedono. Quando poi i due fanno l’amore, è sempre il ragazzo a spiegarle che da ora in poi queste visioni tormenteranno anche lei. La soluzione? Andare a letto con qualcun altro per trasmettere questa sorta di maledizione.

It Follows (giunto in Italia a distanza di due anni dal suo concepimento) è un film dell’orrore di David Robert Mitchell, giovane regista fin qui autore soltanto di un corto e un paio di lungometraggi, che pesca un po’ dalle atmosfere degli anni ’80 e un po’ dai contesti giovanili degli anni ’90. C’è comunque qualcosa di anacronistico nelle sue ambientazioni e nei suoi personaggi, particolare per nulla disprezzabile. Lungo la trama poi è palese l’amore del cineasta per capisaldi del genere come Halloween di John Carpenter, con cui condivide sequenze molto familiari e concettualmente con Shining di Stanley Kubrick, in quanto i caratteri sembrano possedere una sorta di “luccicanza” che gli permette di percepire le più disparate presenze. Coadiuvato poi da una colonna sonora molto interessante e estremamente retrò, realizzata dall’americano Disasterpeace, It Follows completa un’operazione abbastanza nostalgica e riesce a colpire.
La regia di Mitchell inoltre è ben studiata e si distingue facilmente dalla massa, ricordando comunque l’estetica curatissima di colleghi più noti, tra tutti Refn. C’è una buona coesione visiva e l’uso non comune di apparizioni fantasmagoriche sempre diverse, dona alla pellicola originalità e inquietudine. It Follows sa spaventare e questo di certo è un fattore importante. Jay, la sorella Kelly, Paul, Yara e Greg sono ragazzi diversi dal solito e Mitchell contribuisce ad accrescere il mistero attorno a loro inserendoli in un contesto sociale che a tratti comunica un certo disagio, in cui i genitori sono per lo più assenti, inadeguati, forse anche alcolizzati. Non siamo certo a quei livelli, ma la zona periferica che li ospita, può ricordare il degrado esistenziale del Gummo di Korine. Anche le atmosfere sono atipiche, quasi sempre silenziose, accompagnate da giovani poco allegri, quasi dimessi.

Insomma It Follows sembra avere parecchie frecce al proprio arco, ma i suoi problemi a mio parere sono nella sceneggiatura. Per proporre qualcosa di nuovo Mitchell riduce molto le spiegazioni ma pare non essere abbastanza, soprattutto quando poi si arriva ad un finale così enigmatico. Considerate le premesse, io avrei tolto ogni tipo di spiegazione,questo avrebbe dato al film sicuramente meno fruibilità, ma lo avrebbe reso ancora più interessante e particolare. Quando invece si scopre subito che le visioni possono essere trasmesse per via sessuale (particolare che da’ un pathos abbastanza stucchevole ad un certo punto) e che ci sono pure delle regole che non si capisce da dove vengano fuori, è lì allora che il lavoro di Mitchell non fa che accodarsi, in maniera più lieve, alla tipicità del genere, che prevede cose da fare e uno schema da seguire che deve essere spiegato come un gioco da tavolo. Questo stona con l’andamento di un film che aveva proposto uno stile quasi autoriale e che alla fine si differenzia solo per una regia e una colonna sonora più curati del solito. It Follows a volte convince, in altre confonde come la scena dell’apparizione nella piscina, che lascia più di qualche perplessità. Alla fine è un “ni”, si apprezza il tentativo, Mitchell ha buone prospettive ma soprattutto margini di miglioramento.

Zanini Marco

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