Intervista con Nicola Brizio autore de “Fame plastica”

12Nicola Brizio ha scritto “Fame plastica” libro distopisco qui trovate la nostra recensione.

Fame plastica di Nicola Brizio – Recensione

Ma ora andiamo a conoscere meglio l’autore Nicola Brizio con una piccola intervista

Ciao e grazie per aver accettato l’intervista possiamo darci del tu?

Grazie a voi, direi proprio di si.

Visto che hai vissuto del tempo in Germania, ti sei in qualche modo ispirato alla storia di Crhistiana F?

Ho letto il libro da ragazzo e ho visto più volte il film ma se devo essere sincero le dipendenze delle quali si parla in Fame Plastica sono molto diverse da quelle descritte da Christiane F., ne “I Ragazzi dello Zoo di Berlino” si parla di dipendenza da droga, i protagonisti sono legati all’assuefazione data da una sostanza mentre nel mio romanzo la dipendenza è la conseguenza di un irrefrenabile desiderio di evasione. Certo però alcune scene crude ed intrise di degrado autentico possono riportare alla mente alcuni frammenti de “I Ragazzi dello Zoo di Berlino”.

Nel tuo libro parli di un sedicente medico che fornisce la droga ai pazienti. Sei contro ai farmaci chimici?A questo medico non hai dato un nome ma solo le iniziali. Nella tua testa un nome esiste?

Ottima domanda. Lo Slink non è una vera e propria droga, è un antidoto contro il male di vivere quindi si tratta di una medicina a tutti gli effetti e il parallelo con gli psicofarmaci è inevitabile. Ho sofferto di depressione e attacchi di panico che mi hanno portato a svenire per due volte mentre mi trovavo alla guida della mia auto, davvero una pessima esperienza, sarei un ipocrita se non ammettessi che ho utilizzato psicofarmaci per uscire da quella spiacevole situazione. La nostra mente è un meccanismo complesso e ogni tanto ricorrere ad un aiuto chimico è inevitabile. Per quanto riguarda la figura de medico posso invece garantire che BG è un personaggio di pura invenzione, cerco di frequentare i dottori il meno possibile ma quando mi è capitato di farlo ho sempre trovato professionisti eccellenti.

Tra le poche figure femminili con cui si confronta il nostro personaggio, ce n’è una, drogata, che hai voluto chiamare Nancy. Mi è venuto spontaneo il collegamento con Sid & Nancy hai voluto dar loro un tributo o sono sulla strada sbagliata?

No in realtà è un richiamo alla protagonista della canzone di Leonard Cohen “Seems so long ago, Nancy” della quale esiste

anche una versione italiana di Fabrizio DeAndrè. Io amo all’infinito Cohen e soprattutto DeAndrè.

Che valore dai all’amicizia?

Inestimabile. Tutte le cose rare hanno un valore inestimabile e l’amicizia è quanto di più raro ci possa essere in un rapporto sincero fra esseri umani. Anche più dell’amore.

Perché hai scelto di scrivere un libro così “crudo”?

Perché è così che vedo il mondo. È tutto dannatamente spietato. Oggi è imperativo correre, andare veloci, non curarsi delle piccole cose perché i ritmi sono frenetici e il tempo stringe. Tutto questo è violenza, il 2017 è violenza alla quale ci siamoabituati, non sarei mai riuscito a scrivere nulla di più ortodosso.

Nel tuo mondo per quanto ambientato nel futuro la tecnologia non è coinvolta come si penserebbe. Puoi spiegarci il motivo?

Prima o poi anche la tecnologia diventerà lusso. La tecnologia ci consente di essere informati, è solo questione di tempo prima che ne venga limitato l’utilizzo a noi comuni mortali.

E ora la domanda di rito: puoi consisgliarci un libro poco famoso ma che ti è piaciuto molto?

“Pasto Nudo” di William S. Burroughs, da leggere a piccole dosi.

Grazie per aver scherzato con noi e aspettiamo la tua prossima pubblicazione.

Grazie a voi per la bella chiacchierata.

Nicola Brizio
Foto di Nicola Brizio

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