Intervista ai Coffin Surfer per l’EP Rot A Rolla

Intervista ai Coffin Surfer per l’EP Rot A Rolla

1. Ciao ragazzi, fatevi un po’ conoscere a I Gufi Narranti, quindi torniamo un po’ indietro nel tempo. Come e quando è nato l’infausto progetto Coffin Surfer?

Ciao! È un piacere conoscere la redazione de I Gufi Narranti in sede d’intervista! Per quanto riguarda le nostre origini, si va alla fine del 2012 o forse inizio 2013 su un’idea venuta ad alcuni membri di una cover band dei Motorhead, ovvero me (Vale), Balbo e Pica, che facesse sfogare il nostro bisogno di metal estremo ma che lo unisse anche al ritmo ballerino e rock ‘n’ roll ispirandoci naturalmente al nostro mentore Lemmy.

2. Il vostro stile mi ha sempre colpito. Si sente chiaramente la base death metal, ma avete deciso di arricchirla con sonorità più rock’n roll. E’ stata una scelta unanime o c’è qualcuno di voi che è più appassionato di un genere piuttosto che dell’altro?

Esatto, il death metal e il grind fanno parte del terreno comune da cui partiamo tutti e che ascoltiamo in “percentuale maggiore”. Ognuno di noi ascolta poi tanti altri generi che necessariamente vanno ad influenzare il proprio modo di suonare; tra questi c’è molto surf e soprattutto moooolto Elvis!

3. Quali sono i gruppi o i musicisti che vi hanno ispirato maggiormente?

Domanda sempre piuttosto complessa perché ognuno di noi, come detto sopra, ha i suoi gruppi da cui è influenzato nel suonare e nel porcheggiare. Volendo fare qualche nome diciamo Entombed, Morbid Angel, Anal Cunt, Napalm Death, Slayer, Pantera, Motorhead, GG Allin, Mass Infection, Elvis, Johnny Cash, Misfits, The Cramps e simili.

4. Se non mi sbaglio alcuni di voi provengono dall’ambiente delle cover band. Com’è stato passare alla produzione di materiale originale? Vi trovate più a vostro agio adesso o sentite la mancanza delle cover?

Il passaggio è stato molto naturale soprattutto perché ci siamo mantenuti nella ballerinanza dei Motorhead non facendo altro che inserire riff più estremi. La nostra prima data “pseudo” ufficiale (dico pseudo perché non credo fosse già sotto il nome di Coffin Surfer) è stata nell’estate del 2013. Abbiamo suonato qualche pezzo dei Motorhead ma avevamo aggiunto anche qualcosa dei Misfits, degli Slayer, Pull The Plug dei Death ed un paio di nostri pezzi originali che erano appena nati [detta così sembra assurda ma era una scaletta malvagissima!]. Mi son soffermata su questo per far capire il momento di passaggio da una sonorità ad un’altra e di come sia stato importante, anche per un (vago) miglioramento tecnico, l’impararsi pezzi di altri artisti. Tuttora nelle nostre scalette è presente o una cover o un pezzo rivisitato e reso grind come abbiamo fatto tempo fa con Cuore Matto di Little Tony, Hound Dog di Elvis, The Most Exalted Potentate Of Love dei The Cramps o Mess Around di Ray Charles. Rielaborare pezzi blues o rock & roll ci aiuta a districarci meglio con stili diversi da quelli “pestoni” che proponevamo già.

5. Ci sono gruppi in Italia, di qualsiasi genere, che vi hanno colpito e che vi sentite di consigliare?

Sono davvero tanti i gruppi da nominare! Incominciando da quelli locali, partiremmo con la più violenta scena modenese di Demiurgon, Blood of Seklusion, Hateful, Unbirth e Valgrind! Poi i ferraresi Saturno (ora parte dei loro membri sono nei Discordance) e Death On/Off, gli abruzzesi Rabid Dogs con cui abbiamo avuto il piacere di condividere il palco in occasione proprio della nostra prima data e nella prossima a Bologna e gli Spermbloodshit! Gli Hobos carichissimi, i Funeral Rape da cui abbiamo preso la grande ispirazione per la nostra mascotte concettuale: LA BAGNA! Poi i thrasher toscani Vexovoid di scuola Voivod, gli Human Decay, i Sickening, che già dal titolo dell’album “Ignorance Supremacy” si sa dove vanno a parare, i romanacci Devangelic e Corpsefucking Art che in quanto ad ignoranza non sgarrano un colpo. Date un ascolto anche all’heavy metal agreste dei Vade Aratro, progetto del nostro batterista Balbo!  Come non nominare poi i geniali Umberto Emo, prendon per il culo così bene che sembrano seri, testi da paura!

 6. Raccontateci della registrazione di Rot A Rolla. Che opinione avete del prodotto finito?

La fase creativa dei pezzi di Rot A’ Rolla è stata abbastanza breve (del resto sono 5 pezzi di cui uno è una scheggia grind di pochi secondi). La fase di registrazione ha richiesto diversi mesi (direi tutta l’estate) per via degli impegni lavorativi dei membri del gruppo e del curatore della registrazione. Siamo ultra soddisfatti del prodotto finito, sia a livello di suoni davvero potenti come cercavamo, per nulla “plasticosi”, sia come grafica, che rispecchia esattamente il mood paludoso dei testi!

7. Fateci un “traccia per traccia” dei pezzi di Rot A Rolla spiegando il significato dei testi.

Ok, i testi sono stati scritti dal nostro batterista Balbo quindi cedo la parola a lui: -Ciao a tutti! Dunque Nutria è il pezzo che apre l’EP dopo una breve intro e che introduce l’ascoltatore al mondo paludoso, selvaggio e senza speranza in cui il protagonista si trova in un certo momento della sua vita… è il testo più depresso dell‘ EP dato che l’ho scritto durante un periodo nero e questo si è ovviamente riflettuto nelle parole…mi sentivo proprio come le nutrie che affollano i fossi vicino alla nostra sala prove, spiacciate sulle strade e coperte di fango, liquami e spalmate sull’asfalto. I nostri testi non sono collegati indissolubilmente tra loro come in un concept, non sono nemmeno totalmente autobiografici e non c è nemmeno un personaggio inventato a cui abbiamo dato vita e che fa cose, quanto un incrocio tra tutte e tre le soluzioni.

Con Headless Chick Rodeo cambiamo un po’ ambientazione ed umore: il testo è il racconto di una creatura non meglio definita che viene risvegliata dagli odori e rumori di un rodeo vicino, lo raggiunge e qui incomincia un banchetto-massacro. Il testo riguarda balli da cowboy, organi ed arti che volano ovunque, con una buona dose di cattivo gusto ed ironia. Con Saint Fetus invece volevo sbadilare un po’ di merda sulle alte cariche ecclesiastiche e sul clero in generale, utilizzando la storia di un recente ritrovamento di un feto prematuro nella bara del vescovo svedese Peder Winstrup, seppellito trecentocinquant’anni fa, nel sud della Svezia…una storia molto Death Metal che si sposava benissimo con la musica che avevamo scritto… Escape From India invece è un pezzo nato durante un post concerto, mentre ci stavamo un po’ rilassando e bevendo birra, è arrivata l’ idea, quasi a caso del riff e le frasi del testo…’’Marò,marò,marò,what about our marò?…’’23 secondi…è un presa per il culo di tutta la tragicomica vicenda dei marò e sull’ossessione mediatica che ne hanno fatto alcuni politici. Deathroll è l’ultimo pezzo dell’EP ed anche l ‘ultimo che abbiamo scritto prima di iniziare a registrare. Non ha una storia precisa, diciamo che mette in relazione l’attacco di un alligatore ai furiosi balli rock and roll…ho voluto infilarci anche una citazione di ‘’Guarda come dondolo’’ di Edoardo Vianello: guarda come dondolo, con le gambe ad angolo, in bocca ad un alligatore, mi sembrava molto Rot a’Rolla.

8. Vi rivolgerete a qualcuno per distribuire il vostro nuovo EP o farete tutto autonomamente?

Tutto rigorosamente diy esattamente come il primo Demo 2014, con la differenza che quello ci è costato una cassa di birra, Rot A’Rolla qualcosina di più ahaha! Infatti si spera di girare un po’ di più per poterlo promuovere meglio anche se sempre autonomamente!

9. Cosa pensate dell’attuale situazione del circuito underground italiano? I locali funzionano? La gente ai concerti è presente? (E con presente intendo sia fisicamente che mentalmente) I fan comprano i dischi ecc?

La situazione dell’underground in Italia è particolare e ci sarebbe da aprire una grande parentesi. Partendo dal presupposto che noi siamo sia membri di un gruppo sia, a nostra volta, organizzatori di concerti nella ScumBeasty Events, sentiamo un po’ le voci di entrambe le campane. Ogni locale/associazione ha una propria filosofia, tuttavia, la tendenza attuale da parte del gestore del locale è quella di affidare al gruppo principale la scelta degli altri gruppi o comunque di cercare pacchetti precostituiti di gruppi che, per un motivo o per l’altro, si muovono insieme. Questo ha numerosissimi pro ma anche qualche contro: da un lato è comodo per i gruppi perché si conoscono già, magari vengono dalla stessa zona e hanno occasione, unendo le forze, di creare veri e propri “mini-tour” organizzandosi bene con meno macchine (le patenti sono importanti, vero Pica?). Il fare “pacchetto” è molto bello perché hai davvero l’occasione di scambiare date girando un sacco e ti rendi conto di come sia fondamentale fare squadra per gli obiettivi comuni del tenere in vita l’underground e fare baracca! L’unico rischio di questa modalità è quello di vedere serate copia-incolla nello stesso locale, anche più giorni all’anno e alle volte ciò può essere interpretato come scarso sbattimento del gestore di ascoltare gruppi nuovi e provare nuove combinazioni tra gruppi “esterni” e “locali”, è un’arte anche questa! Capita di accostare gruppi pensando ad un filo conduttore ben preciso che il pubblico magari non coglie e finisce col disperdersi.

Per quanto riguarda i locali, beh, direi che nella scena bolognese/modenese/ferrarese non ci si può troppo lamentare per quantità di posti! Sono molti i concerti nella zona, concentrati soprattutto durante il weekend ma difficilmente gli eventi “grossi” si sovrappongono. Negli ultimi anni purtroppo sono stati molti i locali chiusi o le edizioni degli open air sospese e ogni volta ci si rimane davvero di merda. Per questo motivo è molto importante fare squadra! Il numero di gente presente alle date è sempre diverso, dipende da quanta pubblicità è stata fatta all’evento e, soprattutto, da come è curata la data, ma ogni volta che si suona si butta giù il locale a casino, la gente è presa ultra bene, muove il culo a dovere e a fine set ha sempre cercato il banchetto del merch… il più era avercelo!

10. Da un punto di vista creativo dove pensate di arrivare continuando con questo stile? Pensate di rendere ancora più radicale il vostro approccio o vi attesterete entro questi limiti?

Visto che il periodo di “produzione” di Rot A’Rolla è stato lungo, intanto non ci siamo fatti mancare niente ed abbiamo già pronti altri nuovi pezzi! L’approccio death metal permane, forse un po’ più tecnico, inoltre si è accentuata la componente grind aggiungendo un bel po’ di influenze crust e HC date sicuramente dalle influenze di Raffa. Nell’album non mancherà sicuramente quell’approccio billy ballerino che ci contraddistingue e che fa muovere il culo alla “ggente”.

11. Ora si dovrà portare un po’ in giro Rot A Rolla. Avete concerti in programma? Così magari vi vengo a sentire!

Febbraio è abbastanza fitto di date. La più imminente è quella del 3 febbraio al Freakout di Bologna insieme a Death On/Off e Hierophant! Poi suoniamo l’11 all’Alchemica sempre a Bologna e la settimana successiva (il 18) a S. Giovanni in Persiceto al Circolo Bunker. Per il resto rimangono alcune date ancora da fissare con precisione nella zona e si spera se ne aggiungano molte altre!

Grazie per la disponibilità ragazzi. Salutate a vostro rischio e pericolo i lettori de I Gufi Narranti. Eheheheh

Grazie per l’intervista e per il grande supporto che date all’underground! Alla prossima! AWANAGHEEEENA!

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