Intervista a Massimiliano Irenze – Giochi del fato e gli scherzi della mente –

Massimiliano

Ciao Massimiliano e bentornato sulle pagine de I gufi narranti. Partiamo dal titolo del tuo nuovo romanzo: “I giochi del fato e gli scherzi della mente”  raccontaci come l’hai scelto

R. Grazie. E’ un piacere ritrovarvi. Il titolo mi dava l’idea di riassumere in modo ottimale il mix tra psicologia e misticismo che pervade il romanzo.

Raccontaci come hai sviluppato i tre testi che compongono il tuo libro.

R. I racconti che vengono letti dai due protagonisti li avevo scritti molti anni fa, quando ero realmente adolescente, tra i 17 e i 21 circa, ed erano stimolati da un contesto molto simile a quelli descritti, ossia il quartiere di Falchera, alla periferia di Torino. Invece la storia che fa da cornice è stata creata più di recente ed è ispirata a una reale relazione turbolenta (ma senza rapimenti). Come si può notare, tutti e tre i racconti sono conditi con svariati macabri risvolti che si rifanno a reali notizie di cronaca: femminicidi, baby gang, sassi dai cavalcavia, satanismo, etc.

Nei tuoi romanzi c’è sempre una “traccia” di fantascienza, e in questo c’è anche a tratti la presenza di forze soprannaturali. Ti interessi di spiritismo e occultismo?

R. No. Ma sono aspetti che mi affascinano molto come ambito di ispirazione romanzesca. In realtà, nella vita quotidiana sono abbastanza razionalista, ma non materialista. Infatti pratico il buddismo, in cui si crede nella Legge Mistica, ossia nel fatto che il particolare incastro degli eventi (“i giochi del fato”, appunto), sia dettato dall’insieme di pensieri, parole e azioni di tutti gli esseri esistenti e secondo cui questi ultimi sono come i componenti di un unico enorme organismo, che è la vita stessa. Perciò, in pratica, siamo tutti noi, ogni gorno, con le nostre piccole scelte, a concorrere nel dare una direzione al corso degli eventi del mondo intero.

Possiamo chiederti viste le scorribande che fai fare ai tuoi protagonisti, com’eri tu da ragazzino?

R. Ehm. Un po’ irrequieto. Ma mi sono calmato. Come scriveva William Blake: “La strada dell’eccesso porta al palazzo della saggezza.”

Il tempo libero dei giovani lo descrivi sempre in modo abbastanza devastato, fatta eccezione solo per una ragazzina che in sostanza è “salvata” dai genitori, ed è la classica brava ragazza. Hai esperienza diretta su quanto descrivi o sono i fatti di cronaca ad ispirarti?

R. Mezzo e mezzo. Nel quartiere che ho citato in precedenza, anni fa, abbondavano tra i ragazzi l’uso di droghe, i furti e le risse, ma alcune delle situazioni più eclatanti descritte nel romanzo, sono un miscuglio di notizie di cronaca e fantasia. Ci tengo a dire che ad oggi il quartiere si è calmato molto ed è una zona per bene. Ma in generale, dato che la cronaca spesso supera la fantasia, per uno scrittore è una cuccagna attingere da essa.

In bocca al lupo per il tuo nuovo libro, ti aspettiamo per il prossimo…

R. Grazie, crepi il lupo.

Sandra Pauletto

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