Intervista a Gianluca Pirozzi scrittore

Gianluca Pirozzi è nato a Napoli, i suoi racconti sono stati più volte premiati nell’ambito di rassegne letterarie nazionali e pubblicati in antologie e raccolte narrative, noi lo abbiamo incontrato in relazione al suo terzo libro: “Nomi di donna” ed. L’Erudita-G. Perrone (2016) vediamo di conoscerlo meglio assieme a voi.

Gianluca Pirozzi

D – Ciao Gianluca, possiamo darci del tu?
R – Naturalmente è un piacere!

D – Perché hai deciso di dedicare il tuo libro a storie di donne?
R – Ho voluto raccontate le storie di queste donne concentrandomi su quei momenti precisi che chiamo epifanie identitarie, cioè quelle situazioni, simili a vere e proprie scintille, in cui ciascuna di queste donne si ritrova a contatto con la propria identità.

D –  Sono storie partorite dalla tua fantasia o sono prese dalla realtà?
R – Inevitabilmente si attinge al proprio vissuto, tuttavia i personaggi d’un libro prendono inevitabilmente le proprie sembianze, s’impongono autonomamente alla mente dell’autore, spesso con urgenza e da quest’urgenza scaturiscono le storie ed il loro sviluppo – a volte, sconosciuto anche all’autore.

D –  Ho notato che correlate alle storie hai inserito delle illustrazioni. Ci puoi spiegare come si collegano e parlarci del disegnatore ?
R – Quando ho completato il manoscritto è accaduto che avessi stampato alcune pagine per poterlo rivedere e rileggere prima di proporlo…alcune pagine sono rimaste per qualche giorno in giro per casa e sono finite in mano a mia madre (che è una ceramista), ospite in quei giorni.
Non sono solito far leggere le mie cose prima ad alcuno dei miei familiari e non sapevo che mia madre l’avesse fatto, ma poi quando ho ripreso quei fogli ho visto che lei aveva fatto alcuni schizzi traendo ispirazione da quanto aveva letto.
Mi è piaciuta l’idea allora di far precedere a ciascun racconto una tavola illustrata e così abbiamo messo a punto questa “collaborazione”.

D –  Alterni storie di donne adulte a storie di bambine. C’è un motivo o è un fatto casuale?
R – Credo sia casuale, ma mi fa piacere esser riuscito a raccontare di donne bambine, adolescenti, adulte e anziane.

D –  Alcune protagoniste si comportano in modo inusuale. Da cosa scaturisce questo tuo pensiero?
R – La vita e la realtà sono sorprendenti, ma credo che ciò che sia “inusuale” per una persona possa esser l’assoluta normalità per un’altra eppoi mi piace il momento in cui perdiamo il controllo, quando agiamo solo sulla base dell’istinto. E a volte diventiamo buoni, a volte cattivi, altre volte si perde la misura, il controllo di noi stessi e, in un certo senso, il nostro intelletto, altre volte ancora lo si ritrova inaspettatamente.

D – Credi davvero che il nome possa influenzare la vita della persona?
R – No, ma penso che i nomi rivestano un significato speciale nella vita di ciascuno di noi. Il nome è qualcosa che ci vien dato da quando veniamo al mondo e ci accompagna fino alla fine e, spesso, sono l’unica cosa che ci sopravvive.

D – Senza anticipare nulla ai lettori ovviamente, pensiamo a  Nadia, può essere possibile nella realtà il suo strano comportamento?
R – Ripeto la realtà è molto più sorprendente della finzione, basta guardarsi intorno per rendersene conto: Nadia (come tutte le altre donne di cui racconto), è una di noi!

D – E infine la domanda che facciamo a tutti i nostri amici scrittori: puoi consigliarci un libro che ti è piaciuto ma che non è  molto conosciuto?
R – E’ senz’altro quello di una autrice irlandese, Edna O’ Brien, che ho riletto da poco e il piacere della lettura unito alle emozioni in cui ci trascina l’autrice sono enormi: è un libro di una bellezza struggente, scritto con una maestria e conoscenza dell’animo umano profondissima. Il titolo è “Le stanze dei figli”.

Grazie Gianluca per la tua disponibilità e in bocca al lupo per il tuo nuovo libro!

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