Mariani e Il peso della colpa – recensione e intervista all’autrice M. Masella

 

Maria Masella, Mariani e il peso della colpa, Genova, Fratelli Frilli Editore, 2016, pagg. 252.

MarianiMaria Masella è, da tempo, tra gli autori di spicco della casa editrice Fratelli Frilli Editore, con la quale ha già pubblicato sedici romanzi della serie relativa al Commissario Mariani. Il primo episodio (Morte a domicilio) risale al 2002 ma, nel 2008, l’autrice fece uscire un prequel intitolato Primo, che lei stessa consiglia di leggere come primo, volendo conoscere la saga dall’inizio. I libri di Maria Masella hanno sicuramente una peculiarità grammaticale che li rende subito diversi ed accattivanti: son scritti alla prima persona, a differenza della classica ed inflazionata terza persona. Il lettore non ha scampo: è lì, in quel momento, ed è, in qualche modo, lui stesso il protagonista. Altra caratteristica particolare riguarda la struttura del romanzo, la storia nella storia potremmo dire. Da un lato la vita di Antonio Mariani, Commissario di Polizia, le indagini, i colleghi, l’ufficio; in una parola: il lavoro. Dall’altra la sua vita privata: uomo, marito, padre. Gli avvenimenti sembrano correre due strade parallele ma è impossibile scindere la famiglia dal lavoro e, così, di tanto in tanto, durante la routine lavorativa, si aprono squarci sulla sua famiglia, varie vicissitudini comuni a tutti. Anche per questo il lettore rimane attratto dalla storia; non è usuale, per chi non lavora nelle Forze dell’Ordine, compiere indagini, interrogare sospettati e via di seguito, ma ciascuno si ritrova nella vita quotidiana con i suoi piccoli grandi problemi di ogni giorno dai quali neanche il Commissario Mariani è esentato.

In Mariani e il peso della colpa, fin dall’inizio, si capisce che qualcosa è successo precedentemente, la cui eco ancora risuona nel libro che stiamo leggendo. Inizialmente chi, come me, si è appena avvicinato ai libri di Maria Masella, può solo intuire, come colui che arriva nel bel mezzo di una discussione già iniziata, ma l’autrice è abile nel farci capire le cose un poco alla volta, tra un avvenimento e l’altro, senza bisogno di un “riassunto” delle puntate precedenti, raggiungendo così un doppio traguardo, ossia quello di catturare il lettore per il libro presente, ma anche stuzzicarlo a recuperare quelli passati (io lo farò di sicuro!).

Il Commissario Mariani lavora presso la Questura di Genova fin dal primo episodio. Della sua carriera possiamo segnalare una curiosità: è diventato Commissario saltando il grado d’Ispettore.

I libri della Masella sono tutti autoconclusivi, ma molto legati l’uno all’altro per quanto riguarda la vita privata dei protagonisti. Per fare un esempio, nel volume intitolato Primo, Francesca incontra il Commissario per caso su un treno, si parlano, c’è sintonia, alla fine del volume è iniziata tra loro una relazione; ne: Il peso della colpa la ritroviamo ancora al suo fianco ma come moglie e madre di due figlie.

Il peso della colpa è un giallo che ruota attorno alla vita e alla morte di due fratelli, Alberto e suo fratello minore, uccisi in momenti differenti ma ritrovati nello stesso luogo a pochi giorni di distanza. Il Commissario, preso da dubbi famigliari e con una situazione delicata tra i suoi collaboratori, inizia le indagini scavando nella vita di Alberto più incuriosito dalla figura dell’ uomo che per veri motivi giudiziari.

Il peso della colpa è non solo il titolo del libro ma anche una presenza costante del volume: ognuno avverte addosso il peso delle proprie colpe, anche chi, pensandoci in modo razionale, colpe non ne avrebbe.

Ovviamente il doppio caso sarà risolto ma resterà in sospeso un episodio della vita privata del Commissario che ci traghetterà al prossimo episodio che ci auguriamo esca presto in libreria.

Ma ora, con grande piacere, scambiamo due parole con l’autrice Maria Masella

Possiamo darci del tu?

R: con piacere

Come mai hai scelto la prima persona per i tuoi libri?

R: la scelta della prima persona è strettamente legata al tempo presente. Cerco di spiegarmi: volevo scrivere una storia “onesta”, una storia in cui chi legge sapesse ciò che vede, sente e tocca l’investigatore e nel momento preciso in cui lui vede, sente, tocca. Perché? Perché la nostra memoria è molto particolare; mi spiego con un esempio. Di sicuro hai nella tua vita una persona per te importante e ricordi quindi quando e come l’hai conosciuta, forse nella stessa occasione hai conosciuto altri che sono scivolati via senza lasciare traccia. Perché ricordi quel giorno e quel momento? Perché quella persona è diventata importante. Così nell’indagine: se raccontata al passato, avrei dovuto operare una selezione automatica fra i possibili indizi riportando solo quelli “utili”. Riportare gli altri sarebbe stato “onesto”?

Una domanda che sicuramente in molti ti avranno fatto: come mai hai scelto un uomo come personaggio principale? Che difficoltà trovi nel calarti nei panni di un personaggio maschile?

R: scrivendo in prima persona al presente, ho scelto un protagonista maschile sperando di porre una barriera fra me e l’io narrante, un distacco. Ho fallito! Quando lavoro un Mariani, se sento chiamare “Antonio”, mi giro.

Difficoltà? No.

Mariani è cresciuto nel tempo: avevi già in mente le varie evoluzioni o nascono di libro in libro?

R: si evolve di storia in storia, anzi all’interno di una singola storia! Fra l’altro lavoro senza scaletta e spesso scopro l’assassino o gli assassini a metà.

Quando hai creato il personaggio ti sei ispirata in particolare a qualcuno?

R: no.

Maria-Mariani il tuo nome è contenuto nel cognome del personaggio. Cos’altro di te possiamo trovare?

R: fuori strada! Ho scoperto da dove è nato il cognome Mariani, quando a un raduno di ex compagne di liceo ho rivisto l’elenco alfabetico della classe. Per cinque anni prima di Masella Maria Luisa c’era Mariani Lorella. Quando l’ho scoperto avevo già scritto sei Mariani.

Cosa c’è di me in lui? Non amo le ingiustizie, credo nella legge, ma ancora di più nella giustizia… E cerco di essere compassionevole. Fumo troppo. Bevo tanti caffè. Camminare mi aiuta a pensare. Sogno un mondo orizzontale, in cui ogni persona sia considerata quanto le altre, senza distinzione di razza (ritengo assurda anche la parola), di sesso, di fede (o non) religiosa… E aggiungi quello che vuoi. Antonio odia i muri e disprezza chi li vuole costruire: io pure.

Perché hai sentito il bisogno di un prequel?

R: per necessità (richiesta della mia agente) ho dovuto rileggere i romanzi già scritti. Qualche lettrice era curiosa di sapere di più sul suo passato. L’ho scritto.

Visto che Francesca è una figura importante e di spessore, hai mai pensato di fare uno spin off?

R: no.

Vuoi consigliarci un libro che a te è piaciuto molto ma che è poco noto alla grande distribuzione?

R: confesso di non essere una gran letttrice di noir perché quando lavoro un noir non riesco a leggerne uno. Ne ho letti tantissimi, soprattutto prima di cominciare a scriverne. Ultimamaente ho letto i due noir di Alberto Minnella, entrambi editi da Fratelli Frilli Editori, e ne ho apprezzato sia la scrittura non banale sia la capacità di entrare dentro i personaggi. E sono un’innamorata di Siracusa!

Grazie per la gentilezza e la disponibilità e in bocca al lupo al Commissario Mariani per la questione rimasta in sospeso: mi raccomando, non farci piangere!

R: obbedisco, come Garibaldi.

Per conoscere gli altri libri della casa editrice o dell’autrice

www.frillieditori.com/ oppure www.mariamasella.it/

Intervista di Sandra Pauletto

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