Fabio Strinati autore de “Al di sopra di un uomo – Poesie” Intervista

Fabio StrinatiTeresa Breviglieri intervista per noi il poeta Fabio Strinati in seguito alla lettura del suo libro “Al di sopra di un uomo – Poesie”.

L’autore marchigiano classe 1983 artista poliedrico si occupa di musica, arte e scrittura avvicinandosi a quest’ultima nel 2014, ma i riconoscimenti non tardano ad arrivare in quanto già l’anno successivo arriva secondo al premio nazionale “Scriviamo insieme” e finalista al Premio Artistico Internazionale Michelangelo Buonarroti” con il libro “Pensieri nello scriglio. Nelle spighe di grano è il ritmo” .

Nel 2016 scrive un poemetto ispirato ad un romanzo di Giordano Lupi: “Miracolo a Piombino” che verrà presentato al premio Strega.

Ma vediamo di conoscerlo meglio scambiando quattro chiacchiere con lui

Fabio Strinati

D- Ciao Fabio. Grazie per essere qui. Ho letto avidamente il tuo libro AL DI SOPRA DI UN UOMO e devo dire che le tue poesie mi sono piaciute molto. Partiamo dal titolo. Raccontaci il motivo di un titolo così particolare.

R- Al di sopra di un uomo è un titolo che non vuol parlare di profondità intesa come profondità interiore ma si tratta di un titolo che scava nell’aria, che prende in prestito dal vuoto che ci circonda tutte quelle energie che ci sembrano in qualche modo troppo distanti Una visione che parte dall’interiorità dell’anima per poi però catapultarsi all’esterno con occhio nitido e mente lucida. Tutto quello che ci sta intorno è per noi motivo di scoperta e di crescita ma tutto quello che è al di sopra è stimolo di conoscenza; questo saper andare oltre con un pizzico di follia e avidità di esplorare se stessi e l’Universo tutto è quella crescita che io definisco infinita ed immortale.

D- Vorrei analizzare con te una poesia che mi ha molto colpita. Si tratta di NEL LACCIO O NELLA RETE. Sembra che tu esprima rabbia con le parole di questa opera. Posso chiederti se è riferita a qualcuno in particolare?

R- Non credo che si tratti di una poesia che esprima rabbia, anzi, forse è una delle poesie più docili dell’intero libro ma il fatto che tu abbia compreso questo senso di rabbia deriva dal fatto che, è l’intero libro ad essere circondato da questo alone di collera. Una sensazione che deriva dal fatto di apertura verso un mondo che per diversi aspetti mi appartiene poco; durante la scrittura di questo libro, mi sono reso conto che la mia anima tendeva a ribellarsi da qualcosa di indefinito, come se stessi lottando con una forza nuova e diversa, ma una forza non buona, anzi, direi una forza subdola e pericolosa. Ed è proprio per questo motivo che ho cercato di abbandonare la ricerca all’interno di me come individio che vive dentro questo mondo, per dare spazio ad una ricerca che sta al di sopra di me, che in qualche modo mi stuzzica la fantasia ricaricandomi di energia nuova.

D- Quanto c’è di Fabio Strinati e della tua vita nelle tue poesie?

R- Io e la mia poesia siamo un tutt’uno, ma ognuno vive per i fatti suoi.

D- Si parla molto di religione nelle tue poesie. Credi che i giovani d’oggi abbiano perso la fede o la trovino in altro ?

R- Più che di religione penso che si parli di una spiritualità che tende ad essere possente nel momento in cui si tende all’ingnoto. Una spiritualità che nasce da una riflessione ben precisa, ovvero: perchè siamo questo? Oppure: le nostre sensazioni, nascono dentro, o al di fuori di noi? O al di sopra di noi? Tutto quello che non possiamo toccare ci riguarda da vicino molto più di ciò che tocchiamo con mano quotidianamente. Tutto ciò che ascoltiamo aumenta il nostro ritmo interno di vita mentre tutto ciò che vediamo, ci fa ben sperare sul nostro futuro come individui all’interno di un perfetto meccanismo. Tutto quello che non vediamo, che non ascoltiamo, che non tocchiamo perchè invisibile o sfuggente alle nostre percezioni, è un “ tutto “ che oltre a determinare un certo fascino, è indispensabile per la nostra qualità di vita. In sostanza, ciò che non esiste , esiste perchè noi esistiamo. Poi, parlare dei giovani è una cosa molto difficile per me; l’unica cosa cosa che posso dire, è che il futuro è nelle loro mani e questo mi fa ben sperare. Credo molto nei giovani.

D- Raccontaci cosa ti ispira quando scrivi? Nasce tutto di getto oppure c’è un qualcosa o un qualcuno che ti da l’imput?

R-  I miei occhi sono in continuo movimento, ascoltano tutto, così come le mie orecchie vedono ogni cosa. Cerco di catturare il dettaglio e di non farmi mai trovare impreparato; essere al posto giusto nel momento giusto richiede talento e dedizione, non una vaga improvvisazione. Quando una poesia bussa alla tua porta e gentilmente la fai accomodare, vuol dire che tutto sta procedendo per il verso giusto. Quando invece fai finta di non sentire il campanello, allora, è meglio che ti dedichi o al proprio giardino, o al proprio cane.

D- Correggimi se sbaglio. Alcune delle poesie che compongono il tuo libro, hanno l’aria di essere messaggi diretti a qualcuno. E’ così?

R- Sono poesie che contengono messaggi per tutte quelle persone che sentono il bisogno di uscire dalla gabbia. Noi tutti abbiamo una gabbia costruita su misura, e questo, fin dalla nascita. Queste poesie sono dei canti di libertà, degli inni all’esplorazione; l’infinito quando ti ingloba è come una macchia d’ombra, mentre quando ci nuoti dentro con curiosità da fanciullo l’infinito ti guarda con occhio da saggio ciclope.

D- In alcuni passaggi, ricordi il grande poeta Dino Campana. E il tuo scrivere, per certi versi lo ricorda. È la tua musa ispiratrice oppure è ammirazione per questo grande poeta?

R- Ammiro l’opera di Dino Campana e devo ammettere che la sua genialità mi ha colpito nel profondo dell’anima ma non credo di assomigliargli; lui aveva i baffi, io no.

D- Fabio Strinati hai già un nuovo progetto in corso? Siamo ansiosi di saperlo.

R- Progetti tantissimi devo ammettere. Nel mese di giugno dovrebbe uscire un mio libro di poesia dal titolo “ Periodo di transizione “. Un libro che sarà tradotto in lingua rumena con prefazione di Michela Zanarella. Poi per la fine dell’anno avrò pronto il mio poema dal titolo “ Terre di nessuno “. Un libro molto duro, veramente molto duro. L’unico impedimento è uno: trovare il coraggio di pubblicarlo.

D- Ed ora la domanda che facciamo a tutti gli scrittori che abbiamo avuto il piacere di intervistare. Hai un libro da consigliarci?     

 R- Vi consiglio di leggere “ Dal proprio nido alla vita “ di Fabio Strinati. Un libro da leggere tutto d’un fiato e poi, questo Strinati è un autore molto strano e curioso, che io sinceramente, proprio non capisco.

Teresa Breviglieri

Ringraziamo Fabio Strinati per la simpatia e la disponibilità

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