Echidna da mostro mitologico alla zoologia

Echidna

E’ una figura mitologica presente dalla notte dei tempi nella cultura greca. Racchiude in sè mescolandoli l’aspetto femminile e quello del serpente essendo rettile dalla vita in giù.

Sarà Esiodo di Ascra che visse tra VIII e il VII secolo a. C nel suo poema “Teogonia” che racconterà la nascità “di un mostro invincibile in nulla simile agli umani mortali e agli dei immortali”.

La creatura si narra viva ai confini del mondo allora abitato, più precisamente nel paese degli Arimi in Cilicia, all’interno di una grotta. E’ una creatura divina in quanto figlia di Forco e Ceto, o per atri di Calliore e Crisarae.

Tesiodo ancora la descrive per metà “fanciulla dagli occhi splendidi, e dalle belle guance, metà prodigioso serpente terribile e grande.”

Echidna passa alla soria per la sua malvagità che traspare anche dai suoi occhi umani. Passa il suo tempo negli anfratti sotterranei dove nessun essere umano può incontrarla. L’Echidna è al quanto prolifica, dà alla luce infatti una gran quantità di mostri, dall’unione con un altro essere mitologico: Tifone.

A quanto sembra non è lei a sedurlo ma viene posseduta dalla creatura. Alcuni dei suoi figli sono:

Cerbero cane degli inferi

Ortro cane di Gerione

L’Idra di Lerna

la Chimera

Fice un mostro di Boezia

Il leone di Nemea

Il drago di Colchide

e addirittura a lei si attribuisce l’aquila che tormenta Prometeo.

Secondo un’altra tradizione diffusa in Grecia, l’Echidna non si unì a Tifone ma bensì ad Ercole che la trovò in una grotta dove era finito per caso andando a cercare i cavalli che gli erano scappati mentre lui dormiva.

Secondo questa tradizione, la creatura ricatta Ercole dicendogli che gli avrebbe restituito gli animali solo se lui si fosse unito carnalmente con lei. L’eroe com’è noto non si tira di certo indietro e dalla loro unione nascono:

Agatirso

Gelono da cui prende il nome la città di Gelona (attualmente Gela)

Scite capostipite della stirpe degli Sciiti.

A livello artistico possiamo segnalare raffigurazioni dell’Echidna sui vasi corinzi e una ad Atene sul frontone di Poros nell’Acropoli presumibilmente risalente al VI secolo a. C.

Ma attualmente Echidna il cui etimo signigica “vipera” non è solo la figura mitologica di cui abbiamo parlato, ma inspiegabilmente anche il nome di un mammifero dell’ordine dei nonotremi. L’ornitorinco è uno delle quattro specie di Echidna.

Vivono esclusivamente in Nuova Guinea.

L’Echidna prende il suo nome proprio dalla figura mitologica in quanto non è considerato (ingiustamente) bellissimo, ma anzi abbastanza mostruoso, da qui il collegamento con il mostro mitologico.

Echidna

Ha la testa piccola, il muso lungo, stretto e appuntito, con il carpo coperto di spine. Privo di denti ha una lingua lunghissima per catturare gli insetti come i serpenti o il formichiere.

L’Echidna ha nascosto la sua peculiarità unica in tutto il regno animale e vivente.

 

L’organo riproduttivo del maschio oltre ad essere sproporzionato in grandezza rispetto al resto del corpo, è diverso da tutti gli altri anche per morfologia essendo provvisto su un tronco unico che di quattro terminazioni che alterna quando si accoppia con la compagna.

 

 

A noi non lo vengono a raccontare, ma probabilmente il nome Echidna sia stato attribuito a questo animaletto più per questa caratteristica piuttosto che per il suo aspetto che così mostruoso non è.

Comunque facciamo finta di credergli ma striziamo l’occhio e ci capiamo!

Alla prossima lettura sui Gufi narranti.

Sandra Pauletto

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