Der Weg Einer Freiheit – Finisterre – Black metal: nichilismo ed emozione.

Der Weg Einer Freiheit – Finisterre

Anno: 2017

Provenienza: Germania

Genere: black metal

Membri: Nikita Kamprad – chitarra e voce; Tobias Schuler – batteria; Sascha Rissling – chitarra; Nico Ziska – basso

Casa discografica: Season Of Mist

  1. Aufbruch
  2. Ein Letzer Tanz
  3. Skepsis Part I
  4. Skepsis Part II
  5. Finisterre

Di fronte al termine black metal i Der Weg Einer Freiheit non si scompongono più di tanto. Per loro questo genere è una questione di autenticità con un pizzico di modernità. Certo, per quanto ci si possa girare intorno puntualizzando sulla loro cura per la pulizia del suono o per le assonanze con la nuova scuola, è sempre di una bufera gelida di chitarre marce che stiamo parlando. Tuttavia lo stacchetto che introduce la parte più lenta, le trame sibilanti sulle note alte e gli arpeggi malinconici infondono personalità al complesso e questo fa’ si che il post rock, seppur velatamente, si insinui nelle vene malvagie del black metal. Ciò che estrae dal cappello questa volta il gruppo tedesco per la verità non è distante da ciò che ha sempre proposto. Tuttavia il gusto di questi musicisti e la loro conoscenza dei generi è tale da riuscire sempre a coinvolgere. In questo Finisterre il merito più evidente del quartetto è quello di essere riuscito ad arricchire la proposta con ancora più malinconia ed emotività che si percepisce bene in alcuni accenni melodici, non solo nella musica, ma anche nella voce. Le composizioni sono sempre lunghe e si basano su momenti ben precisi, caratterizzati da arpeggi che poi esplodono improvvisamente in fucilate di blast beat e chitarre esasperate. Le tracce seguono bene o male questo canovaccio, sempre funzionale a creare un’atmosfera cupa, umida ed autunnale. Si segnala però soprattutto Skepsis, suite divisa in due parti, che vede la prima di queste completamente strumentale e davvero egregiamente eseguita.

derwegeinerfreiheit.bandcamp.com/album/finisterre

I testi, rigorosamente in tedesco, (scelta che aggiunge un bel senso di appartenenza) accompagnano tutto il disco attraverso urla disperate e spettrali. L’inizio di Aufbruch è addirittura costituito da una parte parlata interrotta aspramente dalla batteria sparata a mille. I cori solenni in sottofondo non possono che ricordare i primi Ulver. Tappetti di doppio pedale terremotanti, riff semplici ma di indubbia emotività, voce pulita che echeggia in foreste innevate. Un pezzo fantastico. Si passa alla malinconica Ein Letzer Tanz: tredici minuti di grigio black metal prima contemplativo poi annichilente. Uno degli esempi più netti dell’elaborazione stilistica dei nostri. Finisterre chiude il discorso con crudezza e malvagità alla spietata maniera di Varg Vikernes. L’ultimo album dei Der Weg Einer Freiheit si pone come obbiettivo quello di scavare nell’anima del black metal per cercare di proporre nuove sfumature. Tentativo riuscito. Un disco da avere e custodire gelosamente nella propria cripta del male.

Voto: 10

Zanini Marco

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.