Deadpool 2 – Leitch alla regia garantisce azione e le risate raddoppiano.

Deadpool 2

Anno: 2018

Titolo originale: Deadpool 2

Paese di produzione: USA

Genere: supereroico, azione

Regia: David Leitch

Produttore: Simon Kinberg, Ryan Reynolds, Lauren Shuler Donner

Cast: Ryan Reynolds, Josh Brolin, Morena Baccarin, Julian Dennison, Zazie Beetz, T. J. Miller, Brianna Hildebrand, Jack Kesy

Un tour mondiale per Deadpool non ha niente a che fare con la musica. E’ anzi il modo migliore per fare quello che gli riesce meglio: sentenziare tutti i criminali esistenti. O forse, quasi tutti. E lasciarsi scappare un criminale a cui si da’ la caccia potrebbe essere una cosa rischiosa, magari metterebbe anche in pericolo la vita delle persone a cui si vuole bene. L’inizio di Deadpool 2 sembra preparare il terreno per una tragedia senza precedenti, ma a voler guardare bene è molto meno drammatico del primo film. I titoli di testa (anche questa volta una perla di metacinema) lo lasciavano comunque intuire, con una spassosa parodia di 007. Perchè nelle avventure di un supereroe come questo, che fa’ dell’ironia il suo marchio di fabbrica, non poteva essere diversamente. Perciò, nell’ottica in cui quasi niente debba essere preso sul serio, Deadpool 2 funziona come un grosso tubo di scappamento dove tutta l’emotività viene convogliata e scaricata. Nonostante Wade Wilson sia addolorato e privo di stimoli (tanto da tentare la morte), tutti lo spronano a continuare a vivere. Anche perchè il mutante cibernetico Cable sta arrivando dal futuro per cercare un ragazzino coi superpoteri, Firefist, e sembra non avere buone intenzioni. La situazione si fa’ così complicata che il solo Deadpool non ce la fa’, quindi decide di mettere su una squadra di supereroi un po’ improbabili e poco super.

Ryan Reynolds torna ad essere Wade Wilson / Deadpool. In maniera prepotente l’attore americano rimane nella parte e suggella un matrimonio perfetto con il suo personaggio.

Conoscendo bene Deadpool, e sapendo che i film dedicatigli sono di puro svago e con un tasso di demenza notevole, si è pronti a tutto, ma la cosa che colpisce di più è che, nonostante il personaggio si porti dietro una ferrea attitudine politicamente scorretta, riesce ad essere comunque un film per famiglie (e lo dice lo stesso Ryan Reynolds, in uno dei tanti momenti in cui balza fuori dal personaggio per comunicare con la realtà!). David Leitch (proprio lo stesso di quella piccola perla di Atomica Bionda) non solo porta la sua maestria nel campo dell’azione, ma innalza il quantitativo di volgarità e comicità rendendo Deadpool 2 un film molto divertente, in cui si ride veramente dall’inizio alla fine. Forse anche per questo si dimostra inaspettatamente superiore al primo capitolo. E’ anche una grande occasione per il protagonista di rimettersi in discussione. Stavolta Wade Wilson è infatti combattuto tra una perdita emotivamente distruttiva e la possibilità di salvare qualcun’altro, in questo caso il ragazzino mutante Firefist, molestato dai tutori dell’orfanotrofio e minacciato dall’arrivo di Cable che lo vuole togliere di mezzo. Anche se il destino di Firefist è legato ad un futuro molto tragico per Cable, Wade è sicuro delle sue intenzioni che alla fine lo conducono sempre sul sentiero dell’eroe che dice di non essere. Ma si sa, Deadpool, nonostante tutto, rimane sempre un supereroe diverso dagli altri. Il più sfaccettato ed imprevedibile di tutti e perciò più simile a noi che ad un elitè di predestinati perfetti e snob coi poteri. Bastardo, cinico, insensibile, sensibile, chiacchierone, spietato, sempre determinato a non voler far parte degli X – Men che lo vorrebbero più corretto ed ubbidiente.

Ed è per tutte queste cose che a qualcuno piace. In definitiva Deadpool 2 spiana la strada ad una nuova tipologia di racconti degli eroi Marvel, quelli di Deadpool appunto, unici ed inconfondibili. Racconti in cui le squadre di eroi sono aperte a tutti, senza barriere di sesso o genere; dove tra l’altro le donne (nei personaggi di Domino e Testata Mutante Negasonica finalmente godono della cura estetica e del testosterone che meritano). I momenti indispensabili di questo film sono tanti, ma di sicuro la calata in paracadute della squadra di Deadpool (ironicamente chiamata X – Force), scandita da Thunderstruck degli AC – DC è qualcosa di sublime, un colpo di genio comico che mi ha ricordato un fumetto al vetriolo come Marshall Law. E vedere una cosa del genere in un film non è poco.

Zanini Marco

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