La letteratura disegnata di Hugo Pratt

La letteratura disegnata di Hugo Pratt

 

Il mondo non è mai stato abbastanza grande per Hugo Eugenio Pratt.

La fuga da tutto e l’ossessione di cambiare lo costrinsero a viaggiare continuamente per il mondo alla ricerca disperata della libertà totale, assoluta.

Venezia fu, alla fine, l’unico luogo dove Hugo (in Argentina avrebbe aggiunto l’acca davanti) si rifugiava volentieri.

Il piccolo Hugo crebbe tra le pareti della casa del campo di San Giovanni e Paolo di Venezia, nutrendosi delle influenze culturali dei nonni cosmopoliti. Il nonno paterno Joseph, insegnante di francese, nacque a Lione ma era originario della terra d’Albione.

Quello materno, Eugenio, figlio illegittimo di una famiglia di gioiellieri di Toledo, da bambino fu affidato alla famiglia Genero, ebrei sefarditi, fu un poeta dialettale e podologo molto apprezzato nella città lagunare dove sposò un’ ebrea turca della famiglia Azim-Greggyo, arrivati a Murano nel1390.

Oltre a dedicarsi alla poesia dialettale e ai calli dei suoi pazienti, Eugenio trovò il tempo di fondare “I Fasci di combattimento” di Venezia.

In un episodio della serie di Corto Maltese intitolato: “Corte sconta detta arcana” Hugo ebbe modo di ricordare il nonno Eugenio Genero citandolo.

Lo zio Ruggero, un anarchico marinaio continuamente in giro per il mondo, fu l’unico della famiglia a manifestare sentimenti antifascisti.

Il padre Rolando era un romagnolo, ed è a Rimini che la moglie Evelina mise al mondo Ugo Eugenio il 15 giugno 1927.

Il piccolo Neno, come era chiamato affettuosamente in casa, a cinque anni conobbe le prime storie di pirati raccontategli da suo padre, e grazie a sua mamma Evelina, che era considerata una sorta di strega per la passione per l’astrologia e i tarocchi, subì il fascino dell’occulto e della magia che poi in futuro avrebbe riversato nelle sue storie.

Come una spugna Hugo assorbì le varie forme d’arte che si respiravano in casa, dal nonno Joseph ereditò la passione per il disegno e da Eugenio l’amore per la poesia che Hugo sosteneva fosse un mondo d’immagini come il fumetto.

La nonna turca lo portava al cinema per poi spronarlo a disegnare quello che avevano visto, mentre una zia, attrice di teatro, lo avvicinò giovanissimo all’opera lirica portandolo alla Fenice dove il ragazzo conobbe “L’anello dei Nibelunghi” di Wagner e le altre divinità tedesche.

Il ragazzo fu notevolmente influenzato dalle passioni che si coltivavano in casa.

Un mondo che Hugo fu costretto ad abbandonare a soli 10 anni, quando con la madre raggiunse il padre Rolando in Abissinia da poco diventata colonia italiana.

Fu la scoperta di un nuovo mondo: Africa, guerra, fascismo, donne e amori.

Hugo Pratt con il padre Rolando in Africa

Nel 1940 Rolando militava nella polizia coloniale con il compito di reprimere i guerrieri abissini degli Sciftà e un giorno Hugo si trovò di fronte proprio un capo guerriero abissino, con appesi alla cintura occhi, orecchie e testicoli di italiani. Il ragazzo riuscì a scappare e vagò nel deserto infuocato in compagnia di cammellieri e contrabbandieri di qat, una pianta dalle cui foglie si ricava un alcaloide ritenuto stupefacente.

Nel 1942 suo padre venne preso dagli inglesi ed internato nel campo di concentramento di Dire Dawa dove morì a causa di un cancro al fegato.

Poco prima di morire Rolando fece in tempo a donare a suo figlio una copia de “L’isola del tesoro” di Stevenson.

Nel 1943, grazie all’interessamento della Croce Rossa, Hugo e sua madre, lasciarono il campo d’internamento e tornarono in Italia.

A Venezia, a soli 16 anni, il ragazzo decise di aderire alla Repubblica Sociale Italiana e di arruolarsi nel battaglione Lupo della X Flottiglia Mas.

Hugo Pratt

L’esperienza durò poco e nel 1945 fece ritorno a casa.

Ma il mondo militare sarà sempre presente nei suoi lavori futuri.

Alla fine del 1945 venne pubblicata la prima avventura di “Asso di Picche”, giustiziere mascherato disegnato da Hugo Pratt, sulla rivista “Albi uragano”.

Hugo Pratt
Asso di picche

 

Dietro il travestimento si nascondeva Gary Peters che, al contrario dei supereroi americani, non poteva contare su dei super poteri ma solamente sulla propria agilità e sulla conoscenza delle arti marziali.

Uno stereotipo di personaggio molto in voga, all’epoca, dove all’eroe veniva affiancata la classifica figura femminile e un fedele collaboratore molto intelligente.

Nella città lagunare Pratt frequentava “ I bighelloni di Venezia”: Alberto Ongaro, Mario Faustinelli, Ivo Pavone e Lele Vianello. Insieme nel 1947 decisero di pubblicare Asso di Picche-Comics, una rivista di fumetti.

Il successo, anche all’estero, di “Asso di Picche”, spinse Hugo ad imbarcarsi ed attraversare l’Atlantico, in compagnia di alcuni amici del “Gruppo di Venezia”, con destinazione Buenos Aires.

Una nuova realtà gli si aprì davanti. Oltre al lavoro conobbe il tango, il rugby, la cucina argentina, le feste e naturalmente le donne, gli amori e per Hugo arrivarono anche i primi figli: Lucas e Marina.

La permanenza in Argentina fu anche l’occasione per viaggiare in sud america: Brasile, Cile, Guatemala e Caraibi furono mete dove il giovane Pratt ebbe modo di nutrirsi di letteratura e musica edl’incontrare il grande Dizzie Gillespie che gli fece conoscere  il Jazz.

In Argentina conobbe Héctor Oesterheld, con il quale iniziò una solida collaborazione, dalla quale nacquero le storie di : Ray Kitt (1951) due brevi storie poliziesche ispirate a Marlowe, Sgt. Kirk (1953/59), un ex soldato della guerra civile americana, Ernie Pike (1957/59), corrispondente dal fronte durante la seconda guerra mondiale, e Ticonderoga (1957/58), Ticonderoga Flint è il personaggio delle storie ambientate nel XVIII secolo durante il conflitto Franco-Britannico in America.

Sgt. Kirk

Héctor Oesterheld era l’autore con Francisco Solano Lopez di una delle opere più importanti del fumetto mondiale: L’Eternauta.

Eternauta

Scritto nel 1957, ma ripreso ,nel 1969, da Oesterheld che riscrisse la sceneggiatura facendo diventare l’opera una critica alla dittatura. Nell’ Eternauta riscritto, le metafore contro il regime sono evidenti: la manipolazione del potere, i militari e i poteri occulti.

Tutto questo non piacque al regime, e dopo che le quattro figlie di Oesterheld scomparvero nel nulla,  nell’aprile del 1977, anche lo sceneggiatore venne prelevato a casa dallo Squadrone della Morte e di lui non si seppe più nulla, diventando l’ennesimo “desaparecidos”.

Oesterheld con le figlie

“In Etiopia, ho imparato a disegnare; in Argentina, a scrivere”

Nel 1959 Hugo scrive e disegna il suo primo lavoro completo: “Anna nella Giungla”. La storia è composta da quattro episodi ed è ambientata in Africa nel 1913.

La crisi economica costrinse Pratt a lasciare Buenos Aires, e dopo un periodo in Inghilterra, Stati Uniti e nuovamente Argentina, nel 1962 decise di ritornare in Italia, dove iniziò la collaborazione con il “Corriere dei Piccoli” per il quale disegnò “Capitan Cormorand e altre storie” con i testi di  Ongaro e Milani. Un libro diviso in quattro sezioni con storie ambientate in America del Nord nel XVIII secolo e nei mari delle Indie.

Il 1962 è anche l’anno d’uscita di quello che viene riconosciuto come il capolavoro assoluto di Hugo Pratt. “Wheeling. Il sentiero delle amicizie perdute”. Un romanzo storico a fumetti, ad ampio respiro, ambientato durante la guerra d’indipendenza americana, con i nativi in lotta per la libertà contro gli inglesi colonizzatori.

Wheeling

Il lavoro iniziato nel 1962 e completato poco prima della morte evidenzia, nell’arco temporale di 30 anni, l’evoluzione stilistica facendo apprezzare tutto il percorso artistico dell’autore.

Sempre sul “Corriere dei Piccoli”, nel 1964, videro la luce tre episodi de “L’Ombra”, un personaggio mascherato sulla falsariga del precedente “Asso di Picche”, disegnato da Pratt con i testi di Ongaro.

Pratt lavorò anche alla trasposizione a fumetti de “L’isola del tesoro” nel 1965 e “Il ragazzo rapito”nel 1967, di Robert Louis Stevenson.

L’isola del tesoro

Nel 1967 uscì la prima avventura di Corto Maltese: “Una ballata del mare salato”.

Nel 1969 Pratt disegnò, per il “Corriere dei Piccoli” alcune tavole de “Le tigri di Mompracem” e “La riconquista di Mompracem” di Emilio Salgari. Due storie rimaste incomplete e mai pubblicate, finché, le tavole non furono ritrovate in uno scatolone e pubblicate nel 2009 con il titolo “Sandokan”. Probabilmente Pratt in quel periodo fu molto preso dal suo nuovo personaggio di Corto Maltese e di conseguenza tutti gli altri impegni furono accantonati.

La permanenza in Italia non impedì a Pratt di ritornare spesso in Argentina, dove ebbe altri due figli: Silvina e Jonas, da Anne Frognier, una bella ragazza belga, che gli ispirò il personaggio di Anna nella giungla.

Anne Frognier e Hugo Pratt

Su Sgt. Kirk venne pubblicato nel 1969 la prima storia ambientata in Africa tra il 1940 e il 1942 degli “Scorpioni del deserto” dove troviamo come protagonista il capitano polacco Koinsky.

Gli scorpioni del deserto

Gli episodi disegnati da Pratt furono cinque. “Gli scorpioni del deserto” (1969), “Piccolo chalet”(1975), Vanghe Dancale”(1980), Dry Martini Parlor”(1982) e Brise de mer”(1992).

Dopo la sua morte uscirono altre due storie: “Appuntamento a Dire Dawa”(2005) di Pierre Wazem e “Quattro sassi nel fuoco”(2007) di Camuncoli & Casali.

Tra il 1970 e il 1974 furono pubblicati moltissimi racconti brevi di Corto Maltese, che saranno raccolti e ripubblicati negli anni 90′: “Suite Caribeana”, “Mare d’oro”, “Lontane isole del vento”, “La laguna dei misteri”, “Le Celtiche”, “Le Etiopiche”, “Elvetiche”.

Dal 1976 uscì una collana chiamata “Un uomo un’avventura” per la quale Pratt scrisse 4 storie:

L’uomo dei Caraibi, L’uomo del Sertao, L’uomo della Somalia, L’uomo del grande Nord.

Quest’ ultima, in seguito, venne ripubblicato con il titolo: “Jesuit Joe”. Una storia ambientata in Canada dove è protagonista una Giubba Rossa.

Nel 1977 esce la “Favola di Venezia”, nel 1980 “La casa dorata di Samarcanda” e nel 1981 “La giovinezza”. Tutte con Corto Maltese protagonista.

Per il suo allievo Milo Manara scrisse due storie, nel 1983 “Tutto ricominciò con un’estate indiana” e nel 1995 “Il Gaucho”.

Nel 1984 uscì “Cato Zulù”, personaggio minore della galassia Prattiana. “La fine di un principe” e “La carovana dei Boeri” del 1988, sono le due storie ambientate nel 1879 in Sudafrica che vedono l’ex tenente della cavalleria Catone Milton, detto Cato, in conflitto con gli Zulù.

Nel 1994 vi è l’incontro letterario tra Antoine de Sint-Exupéry, padre del “Piccolo Principe”, e Hugo Pratt. Il risultato è: “Saint-Exupéry L’ultimo volo”. E’ il racconto della vita dello scrittore ed aviatore francese perito in mare in circostanze misteriose.

Sebbene fosse restio a parlarne, Hugo, come il nonno e il padre, fu un massone. Il suo riserbo a questa sua scelta fu talmente forte che nemmeno gli amici più intimi ne furono messi al corrente.

Iniziato nella massoneria nel 1976, il suo percorso si concluse nel 1989 quando entrò negli loggia di perfezione “La Serenissima”.

La massoneria fu citata in due storie: “Favola di Venezia” e “Wheeling”.

Hugo Pratt fu contrario ai nazionalismi e all’imperialismo, smarcandosi dall’ideologia fascista sebbene tutta la sua gioventù fu segnata da quel periodo.oHugi non ebbe nessuna nostalgia della guerra. Consapevole dei tanti lutti che accompagnò la sua famiglia e i suoi amici.

Fin da piccolo assorbì la cultura ebraica, fu antirazzista convinto, anarchico e cittadino del mondo.

Hugo Pratt visse nel piccolo borgo di pescatori a Malamocco, riproduzione in piccolo di Venezia, con i suoi canali e calli, e spesso andava nella locanda “Scarso” dove sceglieva tra un piatto di polpette o lo “sfogio” (sogliola in veneziano).

Il “Maestro di Malamocco”, come lo definì Oreste Del buono, lavorando alla bellissima storia di Corto Maltese: “Angelo della finestra d’Oriente” sul suo tavolo grigio da disegno, seduto nella famosa poltrona di midollino con lo schienale circolare, citò la famosa “locanda Scarso” dove il marinaio con l’orecchino mangiava lo sfogio.

In giro per i calli di Venezia, avvolto nelle sue calde sciarpe, a volte entrava nel Florian e chiedeva con la sua morbida voce; “famme un musemola”, e il barman che lo conosceva bene gli metteva davanti un brandy spagnolo. Era l’inizio del racconto di qualche suo viaggio in giro per il mondo.

<<L’avventura non è mai stata ben vista, né dalla cultura cattolica né da quella socialista. E’ un elemento perturbatore della famiglia e del lavoro, porta scompiglio e disordine>>

<<Disegno la mia scrittura e scrivo i miei disegni>>

Con questa affermazione Pratt ribalta la concezione superficiale di certa critica letteraria nei confronti del fumetto. L’autore veneziano non sopportò mai la sufficienza di certi giudizi sulle sue storie, sostenendo che la sua era “letteratura disegnata”.

Umberto Eco sostenne che leggeva Hegel per rilassarsi e Pratt per riflettere, aggiungendo che era il Salgari del nostro secolo, ma con la caratteristica che scriveva meglio.

Pratt il 20 agosto 1995 muore, minato dal cancro, nella sua bella casa di Grandvaux in compagnia degli oltre trentamila tra volumi, documenti e carte, della sua enorme biblioteca.

Hugo Pratt nella sua biblioteca

Pratt, oltre ad essere considerato uno dei più grandi disegnatori di fumetto di tutti i tempi, fu anche un apprezzato scrittore di romanzi d’avventura, ripropose anche delle sue storie a fumetti come “Una ballata del mare salato” e “Corte sconta detta arcana”.

Riconoscimenti avuti:

Fu insignito, nel 1988, del premio speciale Grand Prix de la ville d’Angouleme, e nel 2005 (postumo) gli è stato conferito nella sezione Hall Of Fame, il premio Eisner. Uno dei riconoscimenti più prestigiosi per il mondo dei fumetti.

 

Alberto Zanini

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