Inferno Dan Brown Errori ed Orrori T. Breviglieri

inferno

Avete letto “INFERNO” di Dan Brown? No, non vi chiederò se vi è piaciuto, ma vi segnalerò qualche errore all’interno di questo romanzo. Diciamo che lo scrittore ha fatto un pochino di confusione con la Divina Commedia. Inizio con la pagina 14 con questa frase tratta da “Inferno” di Dante. “i lussuriosi non si contorcono sotto la pioggia ma sono trasportati da una bufera infernal che mai non resta”. Dan Brown si è confuso con i golosi in realtà. A pagina 44 parla del “David” e sbaglia l’altezza. Infatti è 5.20 m. non 4,10 come ha scritto. A pagina 55 dice che la morte di Copernico fu voluta dagli uomini di chiesa. Invece furono Lutero e Calvino a volerla. Andiamo avanti e arriviamo a pagina 78 dove descrive “un quadro” di Botticelli “sull’Inferno” che in realtà è una serie di disegni riportati a stampa da Niccolò di Lorenzo della Magna nel 1481. Nella pagina successiva scrive che nella decima fossa di Malebolge non c’è folla di peccatori semi sepolti nel terreno o a testa in giù. Questi sono i simoniaci della III bolgia, ma li vi stanno i falsari. Saltiamo a pagina 15 dove dice che la morte di Buondelmonte dette origine alle lotte tra guelfi e ghibellini. Invece la guerra fu tra le due fazioni guelfe dei Bianchi e dei Neri. A pagina 174 cita un amante attribuito a Michelangelo. Cioè Tommaso de’ Cavalieri, ma questa è una cosa che venne smentita da fior di studiosi. A pagina 179 , secondo Brown i teschi sono una costante nella Divina Commedia nell’Inferno. Eh no. Ne appare un solo. “Un cranio vivo”, cioè quello dell’arcivescovo Ruggieri, roso da Ugolino. A pag. 187 scrive che coloro che si mantennero neutrali (ignavi) stanno nei luoghi più caldi, ma non è così. Stanno semplicemente fuori dall’inferno, vale a dire nell’antinferno, rifiutati da Dio e da Satana. A pagina 274 dice che Dante, saltò nella vasca del Battistero. Sbagliata anche questa. Dante ruppe le pareti per fare defluire le onde, al fine di salvare un bimbo o uomo che sia, che stava affogando. A pagina 283, le anime degli invidiosi, che hanno le palpebre cucite con il fil di ferro, non devono salire, ma stare ferme addossate le une alle altre, in attesa di scontare la pena. E ce ne sono ancora di errori amici. Dan Brown, avrebbe dovuto leggere più attentamente l’opera di Dante mentre scriveva il suo libro. Non sto a citarveli tutti, per non dilungarmi troppo ed annoiarvi, ma lo scrittore, seppure bravo e acclamato, ha preso fischi per fiaschi. Comunque, “INFERNO”, resta un buon libro

Teresa Breviglieri

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