Dylan Dog Il mitico n. 1

Dylan Dog  Il mitico n. 1

 

 

Dylan-dog-numero-1

 

 

Titolo: “L’alba dei morti viventi”

Anno:1986

Soggetto e sceneggiatura: Tiziano Sclavi

Disegni: Angelo Stano

Copertina: Claudio Villa

Il primo numero di Dylan Dog, inizia come ci si aspetterebbe da fumetto dell’orrore che si rispetti;

con un urlo disperato!!!

 

Ad urlare è Sybil Browning moglie dell’ormai fu Jhon Browning,celebre biologo impegnato in ricerche con il dottor Xabaras in un piccolo paesino della Scozia chiamato Undead

Sybil uccide il marito,anche se di fatto lui è già morto!

Egli si presenta in casa affetto da febbre alta affermando di “non voler tornare “ e mostra uno strano morso alla spalla chiedendo alla moglie di sparargli in testa.

Sybil è così fortemente convinta che ci sia qualcosa di strano e malvagio dietro le ricerche del marito che decide di assumere Dylan per indagare su quello che è capitato alla sua famiglia.

E’ così che incontriamo per la prima volta un morto vivente tra le pagine del nostro “Dylan” , un figura paurosa e schifosa che con versi gorgoglianti va a caccia di cervelli da qui all’eternità.

“L’eternità” è la motivazione che spinge Xabaras a creare un siero che dia la vita eterna.

In tutte le culture o religioni del modo vediamo spesso questa volontà dell’uomo di cercare in qualunque modo di prolungare il più possibile la vita terrena,usando metodi più o meno legittimi tanto da arrivare a sfiorare le capacità divine ,oggi anche grazie all’aiuto della scienza e tecnologia sempre più avanzata. La società occidentale in particolare sembra non accettare che la nostra vita sulla Terra è un viaggio che può concludersi in ogni momento,dopo un respiro,un sorriso,una carezza….

Così si va a caccia di quel qualcosa che ci possa far vivere un anno di più,magari dieci…o chissa anche di più…

La medicina che evolve,tecnologie mediche che replicano parti organiche,sostituendole con materie plastiche in grado di funzionare perfettamente, trapianti e terapie intensive lavorano da anni per posticipare la morte e migliorare la nostra vita.

In altre civiltà tutto questo è ancora lontano anni luce,esistono ancora oggi comunità tribali dove la scienza non ha sbocciato e viene vista come strumento del Diavolo,dove comandano sciamani e stregoni. E’ proprio in una di queste civiltà che nasce il mito dello zombie.

Ad Haiti, isole caraibiche,lo zombie tradizionale nasce dalla capacità vudù dei sacerdoti bokor, di catturare l’anima del defunto e renderlo loro schiavo.

E’ qui che nasce la tradizione dello zombie, figura ultraterrena che diventa servo dei potenti per accrescere il loro potere spirituale e materiale.

Nel primo numero di Dylan Dog, a fare le parti dello stregone malvagio è proprio Xabaras, nome alquanto inusuale che Dylan traduce già nelle prime pagine come anagramma di Abraxas,uno dei tanti nomi del Diavolo, che si circonda di non morti nel tentativo di trovare un siero in grado di dare la vita eterna in modo da soddisfare il suo ego malato di scienziato più importante di tutti i tempi.

Nella nostra società invece lo zombie è un’immagine speculare in negativo, di carattere diabolico del concetto cristiano di resurrezione. “Quando non ci sarà più posto all’Inferno i corpi corrotti risorgono dandosi al cannibalismo”

Questa “eucarestia pagana” è proprio l’ultimo disperato tentativo di assunzione dell’anima, dell’energia vitale dalle proprie vittime.

A muovere questo mito che si articola in letteratura,cinema,folklore è questa nostra paura atavica della Morte. L’uomo ha da sempre avuto timore dell’ignoto e la sua naturale inclinazione è quella di sfuggirgli.

Ma esistono persone che fanno delle loro paure un arma di scoperta, che studiano lo sconosciuto per capirne le dinamiche , mossi dalla speranza che tutto abbia una spiegazione ed una soluzione. La ricerca della vita eterna è un tema antico ma sempre attuale, dove l’Uomo ha più paura di fare il grande salto piuttosto che vivere per sempre.

Dylan così,uomo di grande coraggio ed incoscienza, si lancia con i suoi amici verso un’avventura pericolosa dove affronterà mostri e paure, per impedire al malvagio dottore di trasformare la piccola cittadina di Undead e chissa’, tutto il mondo, in un villaggio fantasma, popolato da fantasmi di uomini che vagano senza scopo e senza meta fino ai confini del Tempo.

 

L’avventura finisce con un grande incendio purificatore che stermina mostri e diavoli, ma tra il rumore delle fiamme una voce si alza su tutte gridando vendetta.

I nostri amici tornano a Londra alle loro vite di sempre,convinti di aver sconfitto il Male

La luce si spegne,il sipario si chiude,come la bara di un vampiro alle prime luci dell’alba. La prima storia si conclude così in un abbraccio d’amore in un nero di morte.

Il primo capitolo della lunga serie di Dylan Dog è ispirato al film di George Andrew Romero del 1969 “La notte dei morti viventi” e il taglio cinematografico delle vignette di Stano ci rimanda alla famosa pellicola in bianco e nero che è stata capace di terrorizzare i fan dell’epoca.

Anche in questo numero il lettore prova le stesse paure ed angosce…. “cosa succederebbe se il mondo fosse davvero invaso dagli zombie?”

A questa domanda molti tra scrittori e registi hanno risposto a modo loro e per noi appassionati è sempre bello scoprire come potrebbe cambiare il nostro mondo se ciò dovesse succedere.

Ma queste rimangono solamente fantasie, anche se gli haitiani potrebbero avere a che dire….

Daniele Innantuoni

 

Nottemortiviventi

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